Comunicato Stampa: “Fino all’ultimo fotofinish”: il romanzo della memoria che corre tra le generazioni


La letteratura può assumere talvolta la forma di una staffetta . È una corsa in cui un testimone, pregno di memorie e affetti, passa di mano in mano, attraversando il tempo e le generazioni, per giungere infine a una meta che, più che fisica, è morale e sentimentale. È precisamente in questo significato che risiede il nucleo simbolico di “Fino all’ultimo fotofinish” , biografia affettiva e corale scritta da Irene Perucchini per la collana Chronos di Europa Edizioni . La narrazione stessa si configura come un ideale passaggio di testimone: dalle mani della nonna Maria a quelle della nipote Irene, attraversando la voce simbolica dell’atletica leggera. L’autrice tramanda la storia del padre, Claudio e, nel farlo, tesse un filo rosso che collega la memoria familiare e quella storica.
La storia di Claudio segue le stagioni più tormentate dell’Italia contemporanea, dal dopoguerra fino al 2020 . La sua vita può essere interpretata come una sorta di epitome degli eventi storici che hanno definito l’identità nazionale: nato e cresciuto nel secondo dopoguerra, l'uomo sperimenta sulla propria pelle la povertà e le speranze della ricostruzione. Attraversa l’energia ribelle del Sessantotto, respira il clima teso e inquietante degli anni di piombo e vive, infine, il fascino ingannevole degli anni Ottanta, anni di apparente benessere, promesse luminose e ricchezza facile. Ogni fase modula la sua visione della vita e il protagonista diventa il simbolo vivo di un’Italia che cambia, si adatta e spesso dimentica, eppure continuamente si rinnova attraverso la memoria tramandata.
La caratterizzazione di Claudio ci presenta il ritratto di un uomo "straordinariamente ordinario" : ironico, spontaneo, capace di affrontare con una determinazione quasi eroica le sfide più dure della vita quotidiana. I suoi occhi azzurri sono un faro per chi lo conosce, simbolo di guida e rassicurazione per amici e familiari, ma soprattutto per i suoi giovani allievi che trovano in lui un punto di riferimento.
Eppure, proprio nella sua dote più preziosa, la memoria, si manifesta il tragico paradosso della sua vita: la capacità di ricordare, di tramandare dettagli e affetti, improvvisamente si spegne, lasciando Claudio privo di quella sicurezza identitaria che lo aveva sempre contraddistinto. Il declino della memoria diventa così un simbolo che amplifica la fragilità dell’esistere, l'impossibilità di controllare fino in fondo il destino: il filo che unisce passato, presente e futuro si rivela in tutta la sua delicata vulnerabilità.
La struttura corale e polifonica del libro si articola in tre principali prospettive narrative : quella di Maria, madre di Claudio, che rappresenta le radici profonde da cui ogni storia trae origine; quella simbolicamente affidata all’Atletica Leggera stessa, in un audace espediente stilistico che permette allo sport di diventare un personaggio vivo e consapevole, voce narrante che illumina l’essenza morale e pedagogica della disciplina; infine, la voce personale e affettuosa di Irene, figlia di Claudio, che completa questo ideale percorso narrativo, raccogliendo e custodendo il testimone della memoria.
È in questo quadro complesso che si inserisce efficacemente l’originale "biografia ideale a quattro mani" . Questo espediente narrativo vede unirsi, idealmente, la voce della nonna Maria con quella della nipote Irene, creando un dialogo transgenerazionale che attraversa epoche differenti. La scelta di conferire una voce autonoma e riflessiva allo sport stesso risulta particolarmente efficace, soprattutto nella misura in cui l’atletica diviene specchio e metafora delle relazioni umane e della vita stessa. Attraverso l’atletica, l’autrice riesce a rappresentare un universo di valori imprescindibili: l’impegno, la costanza, la capacità di superare limiti e ostacoli. In questo senso, lo sport diviene uno strumento di pedagogia sociale, oltre che un mezzo di educazione e inclusività. Più che una disciplina fisica, l’atletica acquisisce il ruolo di laboratorio morale, uno spazio privilegiato di formazione personale, dove ciascun individuo può mettersi alla prova, imparando a non arrendersi e superare le difficoltà. È proprio questo legame tra la pratica sportiva e l’esistenza quotidiana a costituire uno degli elementi più affascinanti del libro: le barriere fisiche dell’atleta che corre, salta e compete con sé stesso, si traducono nelle barriere esistenziali che ogni uomo e donna si trova a dover superare nella propria vita.
La scrittura di Irene Perucchini ha un timbro intimo e colloquiale . Nel suo scorrere naturale, riesce continuamente a evocare immagini intense, ricche di suggestioni emotive e profonde riflessioni. L'autrice padroneggia abilmente la capacità di catturare il lettore attraverso dettagli vivi e fedeli descrizioni, attraverso cui rende i suoi personaggi vicini, quasi tangibili. Perucchini utilizza parole quotidiane, ma sa piegarle a significati intensi , capaci di comunicare la complessità della memoria e delle emozioni che essa custodisce. Uno degli aspetti più notevoli di questa scrittura è proprio la capacità di non perdere mai di vista il quadro d'insieme, il grande racconto storico e sociale , pur mantenendo sempre una forte dimensione personale e intima . Claudio, in questo senso, diviene una figura archetipica che permette al lettore di riconoscersi, riflettersi e riscoprire la propria stessa memoria attraverso quella del protagonista.
È altrettanto significativo il valore aggiunto che l’opera assume per il suo preciso impegno sociale e benefico. La decisione dell'autrice di devolvere parte degli incassi del libro alla causa benefica di “Airalzh – alla ricerca di un domani senza Alzheimer” sottolinea la volontà precisa di andare oltre la pura letteratura e di intervenire piuttosto nella realtà quotidiana di migliaia di persone attraverso un’azione concreta. Questo gesto conferisce al testo una dimensione etica si riverbera nel mondo reale. La letteratura, in quest'ottica, non è un rifugio distante dalla realtà, ma un campo aperto, generoso e sensibile, dove la parola può davvero influenzare e migliorare il mondo che la circonda.
Il messaggio semplice, ma dal valore collettivo di questo viaggio letterario ci riconduce al principio primo dell’amore : esso è la forza che supera ogni ostacolo, persino quelli più ardui come la guerra, la povertà, la malattia e, in ultima istanza, la morte stessa. Irene Perucchini riesce a dimostrare che è l'amore a unire le generazioni, a preservare la memoria e ad assicurare la continuità morale ed emotiva della vita.
Il grande valore di “Fino all’ultimo fotofinish” risiede, dunque, nella capacità di servirsi di una storia personale, quella di Claudio, per comunicare un significato collettivo, valido per ogni lettore: la consapevolezza che soltanto amando, ricordando, condividendo e prendendosi cura degli altri si possa davvero vincere la corsa della vita . È questo il potere della letteratura, raccontare storie singole e intime per illuminare verità che ci appartengono e parlano al cuore di ciascuno di noi. In fondo, è proprio questo che ci rende umani: essere accomunati da un medesimo destino e da un’incessante, irriducibile speranza .

La responsabilità editoriale e i contenuti di cui al presente comunicato stampa sono a cura di NEW LIFE BOOK

© RIPRODUZIONE RISERVATA