Comunicato Stampa: “L’invidia del pene” di Marzia Roncacci: un’analisi sul ruolo della donna nella società odierna

Roma, 2025 – Il dibattito sui diritti delle donne, sulle dinamiche di potere e sulle disuguaglianze di genere ha vissuto un’importante svolta con l’uscita di L’invidia del pene , il nuovo libro di Marzia Roncacci, pubblicato da Frascati e Serradifalco Editore. Un’opera che va oltre la mera critica sociale per trasformarsi in un’analisi culturale, capace di mettere a nudo il delicato equilibrio tra tradizione e progresso in ambito femminile.

Il testo riprende e mette in discussione una delle teorie più celebri e controverse della psicoanalisi freudiana: quella dell’ “invidia del pene” . Freud sosteneva che la condizione femminile fosse segnata dalla scoperta della castrazione, ossia dalla consapevolezza di non possedere il pene — simbolo di potere e autorità — da cui deriverebbe un senso di mancanza e il desiderio di colmare questo vuoto. Marzia Roncacci ne rivisita radicalmente il significato alla luce della società contemporanea, evidenziando come tale concetto non si traduca semplicemente in un desiderio fisico, ma rappresenti piuttosto una profonda tensione verso il riconoscimento sociale e il potere simbolico tradizionalmente attribuiti al maschile.

In un’epoca in cui le donne hanno conquistato spazi e diritti impensabili fino a pochi decenni fa, l’autrice denuncia come l’idea, che le donne debbano emulare modelli maschili, rappresenti ancora un limite culturale che impedisce una piena affermazione dell’identità femminile.

Il libro - disponibile su Frascati & Serradifalco e Wanshi - si snoda attraverso un percorso che intreccia storia, attualità, politica e riflessioni personali, offrendo un ritratto vivido di una società in cui, nonostante i progressi, permangono barriere invisibili e resistenze culturali profonde. Temi come la disparità salariale, la difficoltà di accesso ai ruoli apicali e l’incalzare di stereotipi dannosi sono affrontati con rigore e sensibilità, rendendo L’invidia del pene uno strumento fondamentale per comprendere le contraddizioni del nostro tempo.

Quest’opera racconta anche la storia personale di Roncacci, che ha vissuto in prima persona la grande evoluzione della figura femminile in Italia dagli anni ‘60 a oggi. Le sue esperienze si intrecciano con quelle di molte donne che hanno lottato per la propria indipendenza e dignità, come nel caso di Franca Viola , simbolo della resistenza alla cultura patriarcale grazie al suo rifiuto del matrimonio riparatore, una battaglia che ha segnato la fine di una tradizione violenta contro le donne.

Particolarmente significativa è la recensione di Giuseppe Costigliola, illustre studioso di letteratura angloamericana, critico e traduttore, che evidenzia come l’opera di Roncacci rappresenti “un punto di svolta nel discorso sul femminile, capace di coniugare analisi accademica e voce personale” . Costigliola sottolinea la capacità dell’autrice di trasformare la critica in un dialogo aperto e costruttivo, capace di far emergere le radici profonde di un disagio culturale che ancora affligge la condizione delle donne.

«La forza di questo libro» , scrive Costigliola, «sta nel fatto che non si limita a una denuncia sterile, ma accompagna il lettore in un percorso di consapevolezza e di sfida verso un modello di società più equo, in cui il valore della donna non è misurato in base a schemi ormai obsoleti» . Il testo diventa così un appello culturale, una chiamata alle armi per abbattere gli ultimi ostacoli di un sistema ancora fortemente dominato da logiche patriarcali.

Frascati e Serradifalco Editore conferma con questa pubblicazione il proprio impegno nella promozione di opere capaci di influenzare il dibattito culturale e sociale, dando spazio a voci nuove e coraggiose che interpretano il presente con occhio critico e prospettiva innovativa.

L’invidia del pene si propone dunque non solo come un saggio di sociologia, ma come un manifesto per il futuro, una guida necessaria per chiunque voglia capire come e perché la lotta per la parità di genere sia tuttora centrale nella costruzione di una società più giusta e umana.

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