(Arv) Venezia 9 giu. 2025 - “Lo scorso anno Palazzo Ferro-Fini, la “casa dei Veneti”, ha tenuto a battesimo la prima edizione di Asolo Montello Fest: ebbene evidentemente il Consiglio regionale ha portato fortuna se si è deciso di riproporre anche per quest’anno un’iniziativa che ha l’obiettivo di sottolineare e rilanciare il tema centrale del legame tra territorio ed enogastronomia e del ruolo che questo connubio ha come volano per il turismo”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha aperto la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione di Asolo Montello Fest, svoltasi oggi a Palazzo Ferro-Fini. “Secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2024, i numeri del settore sono in crescita costante. Rispetto all’anno precedente, infatti, il 70% degli italiani ha intrapreso almeno un viaggio motivato dal cibo o dal vino, con una crescita del +12% rispetto al 2023. Lo stesso Rapporto fornisce una fotografia attendibile sul valore economico del turismo enogastronomico: grazie alla collaborazione con Economics Living Lab, spin-off dell’Università di Verona, si è misurato come esso contribuisca con oltre 40 miliardi di euro all’economia italiana – di cui 9,2 diretti, 17,2 indiretti e 13,7 di indotto – con un forte potenziale di crescita e un ruolo non secondario nell’occupazione e nella distribuzione del reddito”, ha proseguito il Presidente. “Il turismo enogastronomico ha smesso da tempo di rappresentare una nicchia per costituire invece sempre più una delle voci di riferimento del più generale “turismo esperienziale”, il cui valore è stimato in crescita costante nei prossimi anni. Cibo e vino, insomma, non hanno solo un valore agricolo ed enogastronomico ma sempre di più culturale. E ben lo dimostra, nel programma dell’edizione di Asolo Montello Fest, la presenza di personaggi come il giornalista e scrittore Alessandro Marzo Magno e come Danilo Gasparini, docente universitario di spessore. Il cibo è cultura, insomma, come ben ci ha ricordato Massimo Montanari e il cibo ed il vino, soprattutto, sono dei potentissimi strumenti di comunicazione attraverso i quali poter veicolare un messaggio, fondamentale proprio in questo momento storico: in un orizzonte economico e agricolo in cui l’omologazione e la cancellazione delle differenze e delle specificità sembrano essere un destino già scritto, i nostri prodotti possono veramente essere la voce attraverso la quale manifestare la nostra identità, le nostre tradizioni e la nostra storia”, ha concluso Ciambetti.
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