Comunicato Stampa: "Un po’ come uno sciamano", il potere dell’immaginazione che plasma la realtà


La letteratura fantastica è spesso relegata alla dimensione della pura evasione, come se si trattasse di un piacere colpevole da concedersi in segreto. Tuttavia, ogni volta che l’essere umano si trova di fronte all’insostenibile peso della realtà, è proprio verso l’immaginazione che volge il suo sguardo assetato di salvezza. Non perché essa garantisca necessariamente la risoluzione dei problemi di tutti i giorni, ma perché offre quel respiro necessario che permette di osservare la vita da un’angolazione differente. Silvia Nottoli , nel suo romanzo "Un po' come uno sciamano" , pubblicato per Europa Edizioni , sembra aver compreso a fondo questo principio. Con naturalezza, attraverso una narrazione che ha la leggerezza della favola e la profondità di un romanzo di formazione, l’autrice affronta la delicata questione del rapporto tra realtà e immaginazione, intrecciandola alla crescita personale della giovane protagonista.
Il libro ci racconta la storia di Anthèa , un'adolescente segnata da una capacità soprannaturale che non ha scelto, ma che scoprirà essere il mezzo per comprendere e accettare sé stessa: le "nusidee" . Esse non sono altro che idee, pensieri o emozioni che, prendendo vita, diventano tangibili, vere e proprie creature che possono alterare il reale. L’origine delle sue capacità rimane misteriosa, eppure del tutto naturale all’interno del contesto della narrazione. Anthèa, suo malgrado, scoprirà di essere il punto di contatto tra mondi diversi e opposti: la vita ordinaria che ha sempre conosciuto e l'Altra Realtà, un universo dove regnano il sogno e il possibile.
Silvia Nottoli conferisce alla scelta narrativa del viaggio un significato simbolico di grande peso. Il tragitto a bordo del camion del nonno diventa la metafora perfetta della maturazione interiore di Anthèa, le tappe fisiche corrispondono infatti a precise tappe emotive. La strada è il sentiero della presa di coscienza , scandito da ostacoli, incontri e scoperte. Viaggiare significa conoscere, e conoscere significa inevitabilmente conoscere sé stessi. Anthèa parte con un bagaglio leggero, ma durante il viaggio acquisirà strumenti indispensabili per decifrare la sua natura straordinaria. Questo elemento classico del viaggio iniziatico richiama grandi archetipi narrativi, da Omero a Kerouac, e riscopre il fascino senza tempo della scoperta di sé.
Il ruolo del nonno, soprannominato “Il Gorilla”, è altrettanto significativo. Figura guida, presenza protettiva ma mai soffocante, incarna il maestro discreto, colui che offre strumenti di comprensione senza mai imporre soluzioni. La sua figura, tra burbera tenerezza e saggezza pratica, funge da catalizzatore necessario per la trasformazione interiore della protagonista. È lui a costruire l’ambiente sicuro in cui Anthèa può sperimentare, sbagliare e infine crescere, lasciando che lei trovi autonomamente le risposte alle domande che la tormentano.
La prosa di Silvia Nottoli è ricca di sfumature evocative. Le parole sono scelte con cura perché possano stimolare immagini vivide nella mente del lettore, facendo emergere chiaramente quel confine sottilissimo e continuamente mutevole tra realtà e immaginazione. L’autrice padroneggia abilmente la tecnica del chiaroscuro narrativo , in cui colori e forme si alternano e si sovrappongono, creando un effetto quasi cinematografico che cattura il lettore.
L'elemento fantastico delle "nusidee" , ovvero le “forme della mente” rimanda implicitamente a una più profonda riflessione filosofica sul rapporto tra mente e realtà, che affonda le sue radici nella tradizione idealistica e trova sorprendenti conferme anche nella moderna fisica quantistica. Platone affermava che ciò che percepiamo non è altro che una pallida copia delle idee assolute, Kant definiva la realtà come una costruzione della nostra sensibilità e del nostro intelletto, mentre Schopenhauer vedeva il mondo come volontà e rappresentazione. Le "nusidee" di Anthèa potrebbero essere interpretate proprio come una concretizzazione simbolica di questi concetti , essendo la manifestazione fisica dei pensieri e delle emozioni che alterano il mondo percepibile, a suggerire che la realtà stessa possa essere modificata dalla percezione soggettiva e collettiva.
In questo senso, il libro di Nottoli non è solo un viaggio fisico o emotivo, ma un invito esplicito a riflettere su quanto profondamente la nostra percezione del mondo possa determinare la realtà in cui viviamo, un tema che rimanda direttamente alle più affascinanti frontiere della fisica contemporanea.
Il confine tra verità e illusione permea ogni pagina del romanzo. Anthèa è costantemente in bilico tra ciò che vede e ciò che immagina , tra la concretezza quotidiana e il mondo evanescente delle idee materializzate. Questa tensione rappresenta la vera sfida della protagonista, il conflitto essenziale che la porterà a trovare un equilibrio.
Se ogni grande narrazione richiede un conflitto che muova gli ingranaggi della trama, nel romanzo di Silvia Nottoli questo prende forma attraverso la presenza oscura e minacciosa degli antagonisti, mossi da un ambizioso e inquietante desiderio: accedere all’ Altra Realtà . Questo luogo, descritto come l’origine e la destinazione delle "nusidee", rappresenta metaforicamente la soglia del potere assoluto. Gli antagonisti, tratteggiati con astuzia narrativa, non incarnano il male tout court, bensì la tentazione di una conoscenza priva di limiti, un sapere incontrollato che aspira a dominare e manipolare.
Questo conflitto narrativo si rivela una metafora della perenne lotta tra libertà personale e manipolazione collettiva . Anthèa si trova costretta a difendere non solo il proprio mondo interiore, ma anche l'integrità stessa della realtà condivisa. La minaccia rappresentata dagli antagonisti è l’ambizione di ridurre l’immaginazione a semplice strumento di controllo, di sottrarre al singolo individuo il potere di scegliere, immaginare e creare autonomamente il proprio destino.
Silvia Nottoli modernizza la figura ancestrale dello sciamano come intermediario tra i mondi , calandola in un contesto accessibile e familiare. Anthèa stessa si trasforma in una figura sciamanica moderna, in grado di tradurre l'invisibile in visibile, le idee in realtà. Questo processo rompe il tabù esotico e restituisce alla figura il suo valore universale e umano, enfatizzando che il viaggio spirituale non è privilegio esclusivo di poche anime elette, ma possibilità concreta per ogni individuo.
Attraverso un intreccio sapientemente orchestrato di conflitti, relazioni e riflessioni filosofiche, Silvia Nottoli offre al lettore un viaggio nell'intimità della mente umana e delle sue infinite potenzialità. Anthèa, rappresenta ciascuno di noi nel costante dialogo tra ciò che vediamo e ciò che possiamo immaginare, tra la paura della manipolazione e il coraggio della libertà.
Forse, come sosteneva Einstein, è proprio vero che "l’immaginazione è più importante della conoscenza": non perché essa neghi il valore del sapere razionale, ma perché è soltanto attraverso l’immaginazione che la conoscenza può espandersi oltre i confini del già noto , trasformando l’uomo da spettatore passivo in autentico creatore del proprio destino.

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