Comunicato Stampa: “Una farfalla di città”, un romanzo che intreccia memoria, amore e rinascita interiore


Salvatore Stancampiano Pizzo , con "Una farfalla di città" , pubblicato dal Gruppo Albatros il Filo , propone un romanzo che va ben oltre la semplice narrazione sentimentale. L'autore costruisce un testo che si distingue per una prosa vivida e attenta , capace di riflettere le tensioni interiori, le emozioni inespresse, i momenti di smarrimento e rinascita che attraversano i suoi protagonisti. La scrittura non è mai pretestuosa, né si lascia sedurre da un eccesso di enfasi: si muove su binari precisi, dove ogni parola sembra frutto di un equilibrio tra esigenza espressiva e necessità interiore. Il risultato è un racconto intimo e sincero, in cui il lettore può riconoscersi o riflettersi.
Fin dalle prime pagine, si viene immersi in un’atmosfera intima, malinconica e profondamente umana , costruita con uno stile asciutto, diretto e privo di artifici. È una scrittura che privilegia la realtà vissuta, il dialogo semplice, la parola autentica, ma che non rinuncia a momenti di delicatezza e introspezione. L'autore sceglie una narrazione che alterna il racconto degli eventi all’indagine del sentire, e riesce così a costruire un equilibrio efficace tra concretezza e risonanza emotiva. L’urgenza di raccontare si fonde con quella di comprendere, e questo processo coinvolge tanto i personaggi quanto il lettore. Una delle cifre più riconoscibili dello stile di Stancampiano Pizzo è la precisione lessicale . Non c’è ridondanza, non c’è sovraccarico stilistico: ogni termine è scelto per servire il senso, non per abbellire la pagina. Questa essenzialità non impedisce, tuttavia, di toccare momenti di poesia: al contrario, proprio nella semplicità della lingua si manifesta un’intensità sottile ma persistente. In più punti, l’autore riesce a evocare emozioni profonde con pochi tratti, disegnando immagini di grande immediatezza. È una scrittura che non ostenta, ma che sa arrivare lontano.
"Una farfalla di città" è anche un’opera attraversata da una profonda sincerità narrativa . L’autore non giudica, non impartisce insegnamenti, ma accoglie le fragilità dei suoi personaggi e le restituisce con rispetto. Il romanzo non cerca una morale: cerca verità emotive. E in questo senso, assume un valore umano notevole. Il lettore percepisce il peso delle esperienze vissute, il senso di perdita e il desiderio di riscatto, la fatica di comunicare e la bellezza, talvolta inattesa, di un incontro autentico. In questa dimensione silenziosa e onesta si colloca il cuore dell’opera. La struttura narrativa di "Una farfalla di città" si muove su un doppio binario: da una parte il presente vissuto da Antonio, giornalista e aspirante scrittore; dall’altra, il passato e la voce di Rosa, donna intensa e tormentata, che affida alla scrittura il compito di rileggere la propria esistenza. La narrazione si articola come un mosaico fatto di ricordi, confessioni, dialoghi e frammenti lirici. Da un lato troviamo scene di vita quotidiana narrate con realismo, dall’altro pagine di diario che rivelano il mondo interiore dei protagonisti. Questa alternanza tra prosa narrativa e prosa poetica arricchisce il ritmo del racconto, rendendolo più complesso e sfaccettato. Particolarmente riuscita è l’ integrazione della poesia nel tessuto narrativo: le poesie attribuite a Rosa non sono accessorie, ma costituiscono parte viva della narrazione. Sono aperture sul sentire profondo del personaggio, strumenti di elaborazione del dolore, dichiarazioni d’amore o di nostalgia. Sono testi brevi, diretti, eppure capaci di condensare esperienze esistenziali con una forza essenziale. Questa contaminazione tra prosa e poesia conferisce al romanzo una tonalità lirica che lo distingue, e rafforza la dimensione personale e intima della scrittura.
Anche dal punto di vista linguistico, "Una farfalla di città" si conferma coerente: la lingua è semplice ma non banale, colloquiale ma curata. Anche nei passaggi più emotivamente densi, l’autore evita patetismi e resta ancorato a un tono sobrio, mantenendo una coerenza tonale costante . Non c’è ricerca dell’effetto, ma una continuità espressiva che restituisce credibilità e naturalezza. Il romanzo non punta su colpi di scena, ma sulla costruzione paziente di un’atmosfera emotiva. E riesce, proprio per questo, a essere coinvolgente.
L’opera è permeata inoltre dalla riflessione, mai esplicitata ma sempre presente, sul valore della scrittura . Rosa scrive per ricordare, per dare senso al proprio vissuto, per trovare una forma alla perdita e alla speranza. Antonio scrive per comprendere sé stesso, per ordinare pensieri che altrimenti resterebbero dispersi. In entrambi i casi, la scrittura è strumento di sopravvivenza, di trasformazione, di libertà. Questo messaggio, pur non dichiarato, attraversa l’intero romanzo e ne costituisce il filo rosso più profondo. "Una farfalla di città" si inserisce a pieno titolo nella narrativa intimista contemporanea, ma si distingue per l’ intensità genuina delle emozioni e la capacità di suscitare empatia. I protagonisti non sono eccezionali: sono fragili, comuni, reali. La loro umanità non ha bisogno di spettacolo: si manifesta nei silenzi, nei ricordi, nei gesti minimi. Ed è proprio questa normalità, raccontata con partecipazione e delicatezza, a rendere l’opera universale. Rosa, in particolare, è un personaggio che rimane nel cuore: forte e vulnerabile, con un’espressività che si fa corpo, parola, poesia.
“Strana la vita. Con Rosa accanto, tutta la mia esistenza sembrava antica, un passato che non doveva essere più vissuto. E il bello è che le persone della mia vecchia vita, non si facevano sentire.
Che stava succedendo?
Ero ancora immerso nei miei pensieri, quando Rosa mi prese la mano e mi portò a spasso, dove voleva lei.
Mano nella mano arrivammo in una via piccola con un nome strano che si faceva fatica a ricordare. Era anche poco frequentata”, racconta delicatamente l’autore di lei: “Entrammo dentro insieme.
Fu un po’ difficile aprire quella porta che sembrava chiusa da tanto, ma forzammo e dopo un po’ riuscimmo a girarla. Entrando dentro, oltre all’odore di chiuso che immaginavo, ebbi come una sensazione di benessere. Non capivo bene in cosa consistesse ma sicuramente mi sentivo come a casa.”
La narrazione alterna presente e passato senza disorientare il lettore. Ogni episodio ha una funzione: rivelare, approfondire, collegare. Il romanzo si sviluppa con misura e coerenza , allargando gradualmente il campo dalle relazioni ai temi della perdita, della malattia, della solitudine e della possibilità di rinascere. Temi trattati con pudore, con rispetto, senza proclami, ma con una consapevolezza emotiva profonda. "Una farfalla di città" è un’opera che merita attenzione non solo per ciò che racconta, ma soprattutto per come lo racconta . La scrittura è sentita, vissuta, necessaria, e questo traspare in ogni pagina. È un libro che non urla, ma accompagna, che non insegna, ma condivide. Una storia d’incontri e distacchi, di attese e nuovi inizi, ma anche un invito sottile a non rinunciare mai alla possibilità di ascoltare, di scrivere, di ritrovarsi. Ed è in questa tensione gentile tra ciò che è stato e ciò che può ancora essere , che il romanzo trova la sua voce più autentica.

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