CRV - Consiglio regionale approva Rendiconto generale della Regione Veneto, anno 2021

(Arv) Venezia 19 lug. 2022  - Nel corso della seduta odierna, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza, con i voti contrari delle opposizioni, il Progetto di legge n. 139, d’iniziativa della Giunta relativo al Rendiconto generale della Regione del Veneto per l’esercizio finanziario 2021, relatore per l’Aula, il Presidente della Prima commissione Luciano Sandonà (Lega-LV), correlatore, la Vicepresidente della stessa Commissione, Vanessa Camani (Partito Democratico).

Il Relatore Sandonà ha ricordato i tratti salienti del Rendiconto, composto dal conto del bilancio - che dimostra i risultati finali della gestione sotto l’aspetto finanziario e fornisce informazioni di natura contabile -, dal conto economico - che evidenzia le componenti positive e negative della gestione-, e dallo stato patrimoniale - che rappresenta la consistenza del patrimonio al termine dell’esercizio. Tra i dati evidenziati, quello del fondo cassa che, al 31 dicembre, ammontava a oltre 1.462,3 milioni di euro, superiore a quello registrato a fine 2020, attestato sulla cifra di 1.304,3 milioni di euro. Anche l’indicatore concernente la tempestività dei pagamenti rimane su livelli positivi, rilevando pagamenti precedenti di oltre 13 giorni la scadenza di legge dei 30 giorni sulla data della fattura. Il risultato di amministrazione, ossia l’equilibrio tra le risorse raccolte e quelle impiegate, ammonta a circa 1.215,4 milioni di euro, dato che segna un miglioramento di oltre 231 milioni rispetto al 2020, a conferma di una tendenza in atto dal 2014, quando la voce aveva valore negativo, -677,3 milioni. Nella determinazione complessiva del risultato di amministrazione si tiene conto delle poste finanziarie accantonate e vincolate per legge: per il 2021, la quota accantonata è pari a 2.115,1 milioni, mentre la quota vincolata è invece pari a 613,3 milioni e si riferisce ad entrate accertate in corrispondenza delle quali non si è ancora impegnata la corrispondente spesa. Infine - altro aspetto menzionato dal Relatore - il disavanzo risulta pari a 185,2 milioni di euro: rispetto a sei anni fa, la riduzione è stata costante ed è stata pari a 1.854 milioni. Il valore positivo del fondo cassa ha consentito di non ricorrere a finanziamenti bancari per investimenti già autorizzati prima del 2015, rendendo possibile la riduzione del debito autorizzato e non contratto (il c.d. Danc) di circa 121 milioni di euro. Il Rendiconto 2021, peraltro, aveva ricevuto il via libera dal Collegio dei Revisori dei conti, che ne ha attestato la corrispondenza alle risultanze della gestione finanziaria, dal Consiglio delle Autonomie Locali che si era espresso favorevolmente all’unanimità, e la parifica dalla Corte dei Conti nella seduta del 5 luglio scorso.

Il correlatore della proposta legislativa, la Vicepresidente della Prima commissione Camani, ha sottolineato che il Rendiconto rispecchia un Veneto in grado di rispettare gli obblighi di legge, ma che versa in una situazione di disavanzo, attestato al 31 dicembre sulla cifra di circa un miliardo e mezzo, malgrado l’operazione di recupero in corso e destinata a proseguire nel tempo: se da un lato i conti sono in ordine e in equilibrio, dall’altro appare evidente come la necessità di contenere l’indebitamento derivante dal passato (ad esempio, dall’espansione della spesa corrente risalente al biennio 2013-14) ha diminuito nel corso degli anni la consistenza delle casse regionali e limitato le capacità di spesa per l’oggi e per il futuro. E questa modalità di gestione dovrà continuare nei prossimi anni perché i risparmi dovranno essere utilizzati per rientrare dai debiti pregressi, azione che si traduce in mancati investimenti pubblici: di fatto, si tratta di un Rendiconto che certifica un periodo di austerity, i cui equilibri sono minacciati da due “Spade di Damocle”: la Superstrada Pedemontana (argomento a proposito del quale è intervenuto anche il collega del gruppo Andrea Zanoni) e l’evento olimpico del 2026, aspetto sul quale anche la Corte dei Conti si è soffermata. I dati del Veneto nel 2021 certificano le difficoltà dell’imprenditoria veneta in una fase caratterizzata dalla difficoltà di approvvigionamento dell’energia, cui si somma anche un dato particolare e indicativo, quello della mobilità giovanile, a proposito del quale il Veneto registra i dati peggiori di tutto il Nordest: se nel resto del nord d’Italia rimane la capacità attrattiva del territorio, questo fenomeno non si manifesta nel Veneto. In un quadro in cui la ripresa si è fermata, il lavoro è spesso precario, le donne faticano a trovare occupazione, vi è difficoltà a incrociare domanda e offerta di lavoro, e permangono le difficoltà legate al perimetro sanitario (che rappresenta l’80% della spesa regionale - circa 10,9 miliardi di euro - argomento sul quale è intervenuta la Vicepresidente della Commissione sanità ed esponente del Pd Anna Maria Bigon), è necessario investire, anche a fronte di un’Europa che mette a disposizione risorse attraverso il Pnrr. Nel complesso, un Rendiconto carente che fotografa una serie di scelte non adeguate al periodo storico attuale.

Giacomo Possamai, per conto del Partito Democratico, nel sottolineare questa insufficienza, ha annunciato il voto contrario del proprio gruppo.

L’Assessore regionale al bilancio Francesco Calzavara ha sottolineato che non solo il Rendiconto del Veneto è stato parificato dalla Corte dei Conti - prima tra le regioni a statuto ordinario a ottenere questo risultato - ma testimonia anche la capacità di rapportarsi in maniera corretta con i cittadini grazie ai pagamenti che precedono di oltre 13 giorni la scadenza di legge dei 30 giorni dalla fattura, un Veneto propositivo ed estremamente performante, tax free, che sta effettuando un percorso di rientro da situazioni debitorie pregresse nelle quali versano tutte le regioni e che in più vede il Veneto prossimo ad azzerare il Danc, condizione dalla quale potrà discendere anche un percorso di investimenti. Il Rendiconto, ha aggiunto l’Assessore Calzavara, riflette un Veneto con i conti in ordine che continua ad investire in infrastrutture come la Pedemontana o in eventi come le Olimpiadi invernali.

L’Assessore alla sanità Manuela Lanzarin è intervenuta a proposito di alcuni aspetti emersi nel corso del dibattito a proposito del perimetro sanitario, e in particolare a proposito delle giacenze a magazzino per il valore di 319 milioni: si tratta di investiti in dispositivi di protezione a durata quinquennale, consumabili in due anni, un investimento alla luce dell’esperienza vissuta nel periodo pandemico; inoltre, il problema delle liste d’attesa non è veneto, ma nazionale, legato all’evolversi della situazione pandemica, alla triplice sospensione delle prestazioni nel biennio 2020-21 e al percorso di recupero delle liste, cui si somma il problema della carenza di personale. A tal proposito, dall’8 febbraio è iniziato il recupero delle liste, cui sta seguendo una verifica trimestrale richiesta dal Ministero competente: la prima semestrale risale al 15 luglio e a fronte di 460mila prestazioni sospese, i dati testimoniano un recupero che va dal 59% delle prestazioni ambulatoriali al 26% dello screening, dati incoraggianti, in un periodo, quello estivo, di particolare complessità, che comprende anche personale sospeso e attualmente positivo.

Alberto Villanova, per conto dell’Intergruppo Lega-LV, nel ribadire gli aspetti positivi del Rendiconto sottolineati dal Relatore e dagli Assessori, ha annunciato il voto favorevole del proprio gruppo, così come il Consigliere Enoch Soranzo per il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia.

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