CRV - non è più obbligatorio per Amministrazioni Pubbliche e Comuni installare cassette dell'acqua

(Arv) Venezia 22 mar. 2022  - Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con i voti della maggioranza la Proposta di legge n. 108, di iniziativa del consigliere Gabriele Michieletto (Lega/LV), “Modifiche alla L.R. 14 aprile 2020, n. 11, 'Misure urgenti per la riduzione dell'utilizzo delle bottiglie di plastica monouso attraverso la promozione dell'uso di acqua alla spina'”.

Il Pdl approvato è munito della clausola di neutralità finanziaria. Recepisce il parere espresso dal CAL, il Consiglio delle Autonomie Locali, e non pone più in capo alle Pubbliche Amministrazioni e ai Comuni alcuna obbligatorietà, ma prevede solo la possibilità per gli Enti Locali di valutare l’installazione o meno delle casette dell’acqua. Vengono introdotte semplificazioni e viene accordato più tempo alle Amministrazioni Pubbliche locali per adempiere agli oneri previsti: da due a cinque anni per installare eventualmente gli erogatori di acqua alla spina all’interno dei loro edifici; entro lo stesso arco temporale, i Comuni, accertata la sussistenza di condizioni locali compatibili con le esigenze sanitarie in materia di tutela della salute umana, potranno provvedere all’individuazione di aree pubbliche destinate all’installazione delle casette dell’acqua.

Il provvedimento, già licenziato a maggioranza dalla Seconda commissione consiliare, è stato illustrato in aula dal Relatore, il consigliere Michieletto, e dal Correlatore, Andrea Zanoni (Pd), ed è stato esaminato anche nella sua parte emendativa.

Il Relatore  Michieletto  ha sottolineato come “questa proposta normativa bonifica una legge incentrata sulla riduzione dell’uso delle bottiglie di plastica monouso che prevedeva che tutte le Amministrazioni Pubbliche e tutti i Comuni si dotassero obbligatoriamente di erogatori d’acqua, sia al proprio interno che all’esterno. Bisognava quindi fare un passo indietro e lasciare alle Amministrazioni la possibilità di valutare, di volta in volta, l’utilità di installare o meno le cassette d’acqua, che non nego possano avere anche un senso, ma non sempre e non in tutti i contesti. Penso ai territori di montagna. Il mio Pdl non vuole certo lasciare così come è, o addirittura peggiorare, l’impatto della plastica sull’ambiente, ma toglie le imposizioni calate dall’alto: si passa da ‘Io Regione che obbligo tutti’, a ‘Io Regione che do ai Comuni la facoltà di decidere cosa, di volta in volta, è utile o meno per i territori amministrati’”. “Nessun passo indietro – ha concluso il Relatore – Era una legge sbagliata e questo è il momento di correggerla. I Comuni devono essere lasciati liberi anche di non installare le cassette dell’acqua e di rendere conto ai cittadini delle decisioni assunte”.

Per il Correlatore  Zanon i “la L.R. 11/2020 cercava di arrestare il sempre più dilagante degrado ambientale, causato soprattutto dall’aumento esponenziale dell’uso della plastica, che ha inquinato gravemente gli oceani. La Legge che stiamo cercando di cambiare aveva previsto l’obbligatorietà degli erogatori di acqua pubblica anche per cambiare la mentalità dei cittadini: l’acqua del Sindaco è buona, controllata e salubre e può essere quindi consumata tranquillamente. Si cercava di contenere l’uso della plastica per ridurre l’inquinamento e le emissioni di CO2 nell’aria, il consumo di energia, il flusso dei mezzi pesanti che impatta negativamente sul traffico. Ma forse era proprio un determinato aspetto della norma a dare fastidio a qualcuno: la previsione, peraltro solo per la Regione, del divieto di rinnovo degli appalti riguardanti le imprese che distribuiscono acqua in bottiglia. Mi chiedo, dopo il voto unanime, espresso due anni fa sulla legge, sia in commissione che in aula consiliare, cosa sia nel frattempo cambiato nei pensieri della maggioranza. Ora la legge, in questo modo, viene azzoppata, resa praticamente inutile. Soprattutto viene gravemente depotenziata con la modifica dell’articolo 5, il vero pilastro della norma: prevedeva che entro 2 anni dall’entrata in vigore della legge i Comuni provvedessero a installare gli erogatori d’acqua e che la Regione, in sostituzione della vendita di bottiglie d’acqua di plastica, non avrebbe proceduto, alla prima scadenza utile dei relativi appalti di distribuzione automatica dell’acqua, al loro rinnovo. Ed è stata tolta perfino la clausola valutativa, che prevedeva che, a determinate scadenze temporali, la Giunta regionale trasmettesse al Consiglio una relazione sugli effetti prodotti dalla normativa. È sicuramente un brutto modo, questo, di festeggiare la Giornata mondiale dell’acqua, mettendola all’interno delle bottigliette di plastica. La legge 11/2020 dava una speranza alle future generazioni per un cambiamento, sia pure lieve, a favore dell’ambiente. Nessuno è contro l’acqua in bottiglia, ma dobbiamo puntare all’acqua pubblica”.

Durante la discussione generale, contrarietà al provvedimento è stata espressa da  Erika Baldin  (M5s), per la quale “la proposta normativa va contro l’economia circolare. Ridurre la plastica rappresenta un vantaggio per la salute pubblica e l’economia. Dico invece sì a progetti finalizzati al contenimento e al recupero dei rifiuti, alla promozione di prodotti alla spina”. Anche per la consigliera  Cristina Guarda  (EV) “è sbagliato togliere l’obbligatorietà dell’installazione degli erogatori d’acqua pubblica che costituiva il fulcro di una legge molto utile per il nostro ambiente”.

Il presidente della Seconda commissione,  Silvia Rizzotto  (Lega/LV), nel sostenere il provvedimento, ha ricordato “il parere che è stato espresso dal CAL, peraltro formato da Comuni di diverso colore politico, con cui ci è stato chiesto di togliere l’obbligo, che grava sugli Enti Locali, di adottare determinati provvedimenti. Vogliamo inoltre andare incontro, togliendo la clausola valutativa, alle esigenze delle strutture regionali che devono fare fronte a tantissime altre incombenze e che vedono con favore uno snellimento della burocrazia”.

Per  Giuseppe Pan  (Lega/LV) “serve un piano straordinario di mantenimento dell’acqua in montagna: questa è la sfida futura, il grande problema da affrontare e da vincere, non certo quello di obbligare i Sindaci a installare le cassette dell’acqua. Bene quindi questo Progetto di legge, bene lasciare autonomia ai nostri Sindaci che sapranno sicuramente adottare i provvedimenti più utili per il loro territorio”.

Favorevole alla proposta normativa anche il consigliere di Fratelli d’Italia,  Joe Formaggio , “non possiamo obbligare i piccoli Comuni a ottemperare a un obbligo che non sta in piedi”.

 

 

 

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