CRV -Zottis: “Restituire alla collettività beni sequestrati è atto di giustizia e difesa del bene"

(Arv) Venezia 28 apr. 2020 –     In Veneto sono 287 gli immobili sequestrati alle mafie e in gestione all’Agenzia nazionale che amministra i beni confiscati. Altri 129 immobili sono stati già affidati in gestione agli enti locali, ma solo 13 di questi sono stati restituiti ad un utilizzo sociale. E solo 10 dei 32 comuni veneti ‘affidatari’ degli immobili, terreni e fabbriche sequestrati e confiscati, ha dato pubblicità nel proprio sito internet ai fini di un riutilizzo sociale. È quanto ha ricordato la vicepresidente del Consiglio regionale del Veneto Francesca Zottis, presentando la ricerca sui beni confiscati alle mafie in Veneto, coordinata dal docente dell’università di Padova Antonio Parbonetti, nell’ambito della sesta edizione della Giornata regionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa dalla Regione Veneto e realizzata da Avviso Pubblico insieme a Libera Veneto.

“Alcuni importanti recenti processi confermano che il fenomeno mafioso ha messo radici anche in Veneto. In poco più di un anno in Veneto sono stati sequestrati alla criminalità organizzata beni per circa 31 milioni – ha messo in evidenza Zottis, citando gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno - Non possiamo più parlare solo di infiltrazioni di mafia, ‘ndrangheta e camorra. Affari criminali, traffico di droga, illeciti riescono a prendere piede e a mettere radici in un tessuto logorato dalla crisi pandemica: secondo lo studio curato dall’Università di Padova, il Nordest risulta essere l’area con la maggior presenza di aziende legate alle organizzazioni criminali Per questo è importante che Regioni e Comuni, insieme alle istituzioni dello Stato, agli enti culturali e alle associazioni imprenditoriali e del mondo del lavoro, possano dare una risposta forte e credibile, promuovendo azioni per il recupero e il riutilizzo a fini sociali dei beni e degli immobili sequestrati: la loro restituzione alla collettività non è solo un atto simbolico, ma un atto concreto per sottrarre potere alle mafie e aiutare a sollevare il velo di omertà, paura e complicità. Significa affermare il valore superiore del bene comune”.

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