Società e Costume
Giovedì 29 Luglio 2010
Tori salvi in Catalogna
La corrida va in archivio
Il parlamento regionale ha abolito la "fiesta" e già si parla dell'ennesimo braccio di ferro tra Barcellona e Madrid. La verità è che la corrida è rimasta ormai solo una barbara attrazione turistica.
BARCELLONA - La proposta di legge che proibisce la corrida in Catalogna è stata approvata dal parlamento regionale con 68 voti a favore, 55 contrari e 9 astenuti. La Catalogna è così la seconda regione spagnola a interdire la corrida dopo l'arcipelago delle Canarie, che lo ha fatto nel 1991.
Il voto arriva dopo la presentazione di 140.000 firme raccolte in 120 paesi da parte della Società Mondiale per la protezione degli animali. Pur presentato da non pochi mezzi di informazione come l'ennesima puntata del braccio di ferro politico e culturale fra Barcellona e Madrid, il dibattito catalano non ha fatto che ratificare una tendenza di fatto già in atto da molto tempo: la corrida - icona della cultura spagnola e grande passione di intere generazioni di turisti - sta diventando sempre meno popolare.
Un sondaggio condotto nel 2006 rivelò che l'81% dei minori di 24 anni mostrava disinteresse per la tauromachia. Ma soprattutto tra gli ultrasessantenni solo il 41% si dichiarava interessato alle corride, chiaro segno di una decadenza culturale.
Secondo le cifre fornite dal ministero degli Interni spagnolo nel 2009 si
sono svolte in Spagna 891 feste taurine di prima categoria, ben 354 in meno rispetto all'anno precedente: ovvero, in termini di allevamento, un'eccedenza di circa 2mila tori che potrebbero non vedere mai l'arena dato che per regolamento vengono utilizzati animali di età compresa fra i 4 e i 6 anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA