L'Homo sapiens in Europa
prima di quanto si pensasse

L'Homo sapiens sarebbe arrivato in Europa alcuni millenni prima di quanto finora attestato: è la recente scoperta di un gruppo di ricerca internazionale di cui fa parte anche il dipartimento di Scienze ambientali "G. Sarfatti" dell'Università di Siena

ROMA L'Homo sapiens sarebbe arrivato in Europa alcuni millenni prima di quanto finora attestato: è la recente scoperta di un gruppo di ricerca internazionale di cui fa parte anche il dipartimento di Scienze ambientali "G. Sarfatti" dell'Università di Siena. I risultati dello studio, pubblicati su "Nature" e guidato dai ricercatori del Department of Anthropology dell'Università di Vienna, ha analizzato due denti decidui rinvenuti nella Grotta del Cavallo, una cavità preistorica della Puglia.

 Scoperti nel 1964 da Palma di Cesnola, professore dell'Università di Siena, questi denti erano stati classificati come neandertaliani, sia pure con qualche incertezza. Lo studio su "Nature", basato su tecniche di analisi innovative e non distruttive, suggerisce piuttosto la loro appartenenza a uomini anatomicamente moderni. Datazioni al radiocarbonio, realizzate con nuovi metodi di decontaminazione presso l'Oxford Radiocarbon Accelerator Unit dell'Università di Oxford, collocano i livelli di rinvenimento dei denti a 45-43mila anni fa: si tratta pertanto dei resti più antichi finora conosciuti di uomo moderno in Europa.


L'articolo su "Nature" è frutto della collaborazione internazionale di 13 gruppi di ricerca, fra cui l'unità di ricerca in Ecologia Preistorica dell'Università di Siena, guidata dalla professoressa Annamaria Ronchitelli, che, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia, ha in corso la revisione dei resti archeologici associati ai due denti.

 «Si tratta di una scoperta importante - spiega la professoressa Ronchitelli - che apporta elementi di novità che permettono di meglio comprendere le modalità di diffusione dei primi uomini moderni e il cosiddetto periodo di transizione tra il loro arrivo in Europa e la scomparsa dei neandertaliani». «Le nuove datazioni - prosegue la professoressa - fanno dei due denti del Cavallo i più antichi reperti di uomo moderno europeo finora conosciuti. Tale scoperta conferma la coesistenza di neandertaliani e uomini moderni sul continente per un periodo più lungo di quanto si supponesse precedentemente».

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