Comprati libri di Obama
per 70.000 dollari

Il Dipartimento di Stato americano ha dovuto giustificare la spesa di oltre 70 mila dollari provenienti dalle tasche dei contribuenti per l'acquisto di libri scritti dal Presidente Barack Obama in risposta a un resoconto pubblicato dal Washington Times. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney si è giustificato dicendo che gli acquisti sono stati effettuati dalle sedi diplomatiche americane nel mondo su scelta autonoma

NEW YORK Il Dipartimento di Stato americano ha dovuto giustificare la spesa di oltre 70 mila dollari provenienti dalle tasche dei contribuenti per l'acquisto di libri scritti dal Presidente Barack Obama in risposta a un resoconto pubblicato dal "Washington Times".


Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney si è giustificato dicendo che gli acquisti sono stati effettuati dalle sedi diplomatiche americane nel mondo su scelta autonoma e ha detto che «la Casa Bianca non ha avuto niente a che fare con questo».


«Sono le ambasciate stesse che decidono quali libri americani comprare e scelgono in base all'interesse del paese dove sono», ha chiarito Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato, che aggiunge: «Tutte le ambasciate hanno un budget per comprare volumi sulla storia, sulla cultura e sulla politica americana per le loro biblioteche o per distribuirli a librerie e contatti locali». «Spesso usiamo i libri per coinvolgere gli interlocutori in discussioni di politica estera», ha ancora precisato Carney.


Barack Obama fino ad ora ha pubblicato tre libri: "I sogni di mio padre" (1995), "L'audacia della speranza'(2008) e "Lettere alle mie figlie" (2011).
La maggioranza delle spese risale al primo periodo della presidenza Obama, ma ancora lo scorso marzo l'Ambasciata americana a Parigi ha investito 8 mila dollari per "I sogni di mio padre". Per lo stesso libro l'Ambasciata statunitense in Egitto è riuscita a spendere quasi 40 mila dollari, distribuiti in due conti: uno da 28.636 dollari e uno, aperto poche settimane prima, da 9mila, entrambi intestati alla casa editrice Kelemat Arabia.


Leisle Paige dell'ente di controllo Citizens Against Government Waste ha definito le spese «inopportune». «Somiglia ad arte di propaganda», ha detto al "Washington Times".

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