La moglie di Lech Walesa
esce dall'ombra con un libro

Danuta Walesa ha vissuto all'ombra di Lech, l'ingombrante marito simbolo della caduta del comunismo. Ma adesso ha deciso di uscirne e l'ha fatto con un libro in cui parla anche della straordinaria carriera del marito, passato da essere operaio a Danzica a presidente della repubblica e premio Nobel per la Pace. Il libro s'intitola "Danuta Walesa, sogni e segreti" e racconta di come la ragazza diciannovenne arrivata a Danzica incontrò Lech

VARSAVIA Danuta Walesa ha vissuto all'ombra di Lech, l'ingombrante marito simbolo della caduta del comunismo. Ma adesso ha deciso di uscirne e l'ha fatto con un libro in cui parla anche della straordinaria carriera del marito, passato da essere operaio a Danzica a presidente della repubblica e premio Nobel per la Pace.


Il libro s'intitola "Danuta Walesa, sogni e segreti" e racconta di come la ragazza diciannovenne arrivata a Danzica incontrò Lech. Oltre al suo racconto, include testimonianze di familiari e amici. A scriverlo è stato Piotr Adamowicz, corrispondente a Danzica dell'Agence France Presse e uscirà il 21 novembre in Polonia.


Danuta lasciò nel 1968 il suo villaggio natale nel centro della Polonia per andare a Danzica. «Lavoravo da un fiorista, quando un giovane entrò per chiedere per cambiare una banconota. Poi tornò più tardi....e ci siamo sposati nel 1969», racconta Danuta. «Non s'è mai fatto avanti - continua - per aiutarmi in casa. E, più tardi, negli anni Ottanta, con questa terribile politica, si occupava sempre meno della casa, dei bambini e anche di me».
La nascita di Solidarnosc, il primo sindacato libero del mondo comunista che fu motore della transizione democratica polacca, è vissuta con entusiamo da Danuta. «Quelle giornate sono state la cosa più bella della mia vita», dice. Ma poi arrivano gli anni della detenzione del marito e dell'instaurazione nel 1981 della legge marziale, quando Danuta più andare a vedere Lech esclusivamente sotto sorveglianza.


Poi Walesa riceve il Nobel per la Pace nel 1983 e Lech chiede alla moglie di andare a ritirare il premio a Oslo in sua vece, perché teme che, se fosse uscito dalla Polonia, non ce l'avrebbero più fatto rientrare nel paese. «La giornata del 10 dicembre 1983 - racconta oggi la signora Walesa - è stata per me la ricompensa di tutte le sofferenze, le umiliazione, le vigliaccate che mi avevano fatto subire durante la legge marziale. Il re Olaf V si mostrò un uomo molto diretto, pieno di charme e di serenità». La stessa cosa Danuta, proveniente da una famiglia di poveri contadini come Lech, dice della regina Elisabetta II, che incontrerà dieci anni più tardi assieme al marito diventato presidente della repubblica, al castello di Windsor.


Dopo la sconfitta alle presidenziali del 1995, racconta la moglie, Lech passa il tempo tra la casa, l'ufficio di Danzica e gira il mondo per prendere parte a conferenze. E' divenuto un patito di internet. «So che internet has rimpiazzato per lui le riunioni e gli incontri con la gente, la sua passione dopo il 1980 e fino alla sua presidenza. Ma ho il diritto di detestare il computer, diventato più importante dell'uomo».

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