Cattive speranze

La notizia è presto riassunta. A Firenze tre giovanotti – di passaporto cileno, lo preciso subito così gli indignati abituali non devono cercare oltre – hanno rapinato un bancomat di piazza Duomo. “Beffandosi – scrive l'Ansa – della guardia giurata che lo stava controllando, hanno rubato 50.000 euro”. Questo accadeva il 19 maggio scorso. Purtroppo per loro, i rapinatori dopo il “fortunato” colpo non hanno saputo resistere alla tentazione.

Quale tentazione? Forse quella di spendere il denaro rubato troppo in fretta e troppo vistosamente? Champagne a fiumi? Feste scatenate in discoteca? Un'isola greca acquistata su eBay? Naturalmente, no. Siamo nel 2016, non nel 1955. Allora sì che le rapine si facevano per denaro. Più tardi, negli anni Settanta, si facevano per politica, più tardi ancora per divertimento. Oggi si fanno per assicurarsi un selfie.

Infatti, è andata proprio così. I tre geni del male, eredi sfigati di Fantômas e Diabolik, si sono fotografati con il bottino tra le zampe e hanno pubblicato le foto su un social network. Certo, hanno pensato bene di coprirsi la faccia con una “emoticon” ingigantita (una faccetta gialla sghignazzante) ma la polizia, che disponeva anche di immagini registrate dalla telecamera di sorveglianza, ha fatto due più due uguale... cinquantamila. Uno dei rapinatori è stato arrestato, gli altri, identificati, hanno preso il largo, ma si spera di acchiapparli presto specie se, come appare probabile, posteranno l'itinerario di fuga su Google Maps.

La faccenda potrebbe chiudersi qui e non meritare alcun commento se non fosse che un po' tutti avvertiamo, spero a pelle e non per esperienza diretta, che intorno a noi disonestà, cattiveria e crudeltà sono in aumento come la nuvolosità nei bollettini meteo. Forse ci potrà essere di consolazione constatare che la crescente malvagità si distingue anche per crescente stupidità. Sembra dunque ammessa la speranza che presto arriverà a essere così stupida da nuocere soprattutto a se stessa.

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