Cercare nelle stelle

Oggi, se vi va, lasciamo la Terra e andiamo a fare due passi nella galassia. Lo so che voi preferireste restar qui a discutere di manovra aggiuntiva e di Fondo monetario ma, suvvia, un piccolo sforzo: che ci vuole a darsi una spinta e a uscire dal Sistema solare?

Gli astronomi assicurano che troveremmo un posto molto interessante. Non perché ci siano stati fisicamente, questo non è (ancora) possibile: a suggerire loro tante meraviglie sono i telescopi e i satelliti astronomici. I quali rimandano sempre più dati e sempre più immagini che sembrano riflettere, in sintesi, un concetto sorprendente: niente lassù funziona come dovrebbe.

Nel secolo Diciottesimo, o giù di lì, ci siamo fatti un’idea abbastanza precisa di come funziona il Sistema solare e di come si è formato e, forse con eccesso di disinvoltura, abbiamo immaginato che gli altri sistemi dovessero comportarsi allo stesso modo. Non è così, a quanto pare, e più gli astronomi osservano più strabuzzano i telescopi.

Ci sono, lassù, degli esopianeti - dei pianeti, cioè, che non appartengono al Sistema solare - che sembrano prendersi gioco di tutte le nostre teorie. Alcuni seguono orbite “sbagliate” rispetto alla loro massa: troppo vicino o troppo lontano dalla stella di riferimento. Altri la combinano proprio grossa: la loro orbita si muove nella direzione contraria a quella della rotazione della stella. Tutto ciò ha spinto un astronomo, Roman Rafikov, di Princeton, a dichiarare: «La Natura è più intelligente delle teorie».

Che la smentita alle nostre idee sia a portata di telescopio potrebbe sembrare un bello smacco, ma gli scienziati non l’hanno presa così, tutt’altro. «È uno spettacolo! - ha detto uno di loro -. Ci sono grandi opportunità, per noi: pare di essere ai tempi della Corsa all’oro». Un atteggiamento che, forse, potrà ispirarci per il futuro: quando la vita ci smentisce, ricominciamo a cercare nelle stelle.

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