Erre come Roma

Roghi, rifiuti, Raggi, Roma: nella capitale l’alfabeto sembra essersi incastrato. È pur vero che, qui al Nord, la Città eterna è sempre considerata con un misto di invidia e ostilità ma, andiamo!, è pur sempre Roma e nessuno che abbia un minimo di sale in zucca potrà mai negarne la straordinaria importanza storica, archeologica e artistica.

Purtroppo, l’alfabeto incastrato sembra coincidere con un’analoga paralisi amministrativa. Roma ha conosciuto di recente una teoria di sindaci che non solo è sembrata impotente a smuoverla dal degrado ma, con un susseguirsi di rovinose (in)decisioni, ha reso ancor più desolante la situazione di impantanamento.

Questo, almeno, quel che sembra a noi che romani non siamo. Come detto, qui arriva solo l’eco di questa R rantolante: Roma, Raggi, rifiuti, roghi e rovina. Poi, leggiamo bene e scopriamo che non è così: l’amministrazione capitolina si muove, eccome. È attiva e partecipe e interviene nei gangli vitali della metropoli. Prendete questa notizia, diffusa dall’Ansa:

«ROMA - Via libera al “regolamento per lo svolgimento delle attività di pittore, ritrattista, caricaturista e di altre attività nel campo delle arti figurative su area pubblica nel territorio di Roma”. Il testo, che ha avuto l’ok dall’Aula Giulio Cesare, prevede che i municipi identifichino le aree dove i pittori eserciteranno l’attività e per le concessioni si prevede una proceduta selettiva con apposito bando pubblico».

L’Ansa specifica che «verrà costituita una commissione esaminatrice ad hoc che sarà determinante nel giudicare il talento degli artisti».

Altro che degrado, altro che insipienza amministrativa: a Roma non si pianta cavalletto che il Campidoglio non voglia. Una disciplina rigida ma promettente. Non vediamo l’ora di ammirare i primi capolavori: per cominciare, magari, una bella “Natura morta con sorcio”.

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