Esercizi

Esercizi

Essendo antico almeno quanto i tempi in cui la gente diceva «l’ha detto la radio» (o «l’ha detto la tv»), intendendo con questo che qualunque affermazione passata attraverso le onde elettromagnetiche doveva per forza essere vera, ho avuto un sussulto sentendo sostenere, in un programma a modulazione di frequenza, che «per ogni ora di esercizio fisico si guadagnano due ore di aspettativa di vita».

La nettezza di queste affermazioni è sempre sospetta. Non è possibile che qualcuno abbia fatto il calcolo con precisione. Come avrebbe potuto? «Vediamo: il nonno si allenava due ore alla settimana ed è scampato 95 anni. Ora, 95 anni divisi in settimane e poi per ore...». Avrebbe poi dovuto estendere la ricerca a molte persone per avere un attendibile riscontro statistico. E certe domande non fanno piacere. Non tanto «scusi, lei quante ore di esercizio fa alla settimana?», quanto «fino a che età intende campare?». E se uno dei suoi "osservati speciali" fosse finito sotto un’automobile? L’evento avrebbe dovuto incidere nella statistica, oppure no?

E tuttavia, come dicevo sopra, l’ha detto la radio, quindi deve essere vero. Mi chiedo soltanto: nelle due ore di aspettativa guadagnate, va contata anche l’ora passata a fare esercizio, oppure le due ore sono al netto dello sforzo? Certo, per chi ama l’esercizio in sé, per chi trae piacere e autostima dalla fatica, il guadagno è evidente: un’ora di gratificazione e due di vita incassate. Per me, che quando (e se) faccio esercizio non posso fare a meno di pensare a quante altre cose più piacevoli (o anche solo meno dolorose) avrei potuto fare, il ricavo non è così evidente. Non vorrei ritrovarmi alla fine dei giorni a fare conti complicati di giorni recuperati, gioie rimandate e calorie disperse. Per questo, ne sono sicuro, la vita è troppo breve.

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