Fermiamo l’invasione

Bisogna ammetterlo: è un’invasione incontrollata, criminale, pericolosissima. Soprattutto, orchestrata da qualcuno che ha molto a cuore i suoi interessi e pochissimo i nostri. Dunque, è ora di dire basta. Il tempo dell’intransigenza è arrivato. Tutto questo buonismo (ho sempre detestato la parola ma ora vi faccio ricorso quasi con voluttà) ci porterà alla rovina: oggi siamo invasi, domani saremo sommersi.

Pensate: solo questa mattina me ne sono trovate tre in tasca. In tasca! Tre “notifiche push”, come le chiamano loro. Io preferisco definirle “clandestine”, “indesiderabili”, “molestratrici”. Una mi informa con dovuta urgenza che un tale, da tempo silente su Facebook, ha finalmente “postato” qualcosa. Corro a vedere che cosa ha dire costui dopo tanta ponderazione: niente, vedo solo la foto del gelato che si appresta a mangiare. E ancora ancora che questa è una notifica italiana: adesso, in giro, è pieno di notifiche push straniere che rubano il lavoro alle notifiche push nazionali. E poi chissà che malattie portano, chissà che virus. Sarebbe meglio notificarle a casa loro.

Per fortuna non sono il solo a protestare. Un tizio americano ha scritto su un importante magazine online un’efficace tirata contro le notifiche push: “Spegnetele tutte. Adesso!” Sono d’accordo al cento per cento con lui e felice di aver letto il suo articolo. Meno male che una notifica push me l’ha segnalato.

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