Il delfino ostinato

«PISA, 21 GEN - È tornato a nuotare in Arno, a Pisa, e se è lo stesso, come pare, sarebbe la terza vota in meno di un mese. Stamani un delfino è stato avvistato mentre nuotava nel fiume non distante dal centro cittadino tra il ponte sull’Aurelia e quello della ferrovia. Secondo gli esperti si tratterebbe dello stesso esemplare già avvistato nelle scorse settimane almeno due volte e poi ricondotto verso il mare».

L’Ansa, responsabile per la notizia di cui sopra, ci passa i fatti. A noi farci le domande e, possibilmente, trovare le risposte.

Non è facile, perché individuare la ragione per cui un delfino, animale notoriamente intelligente, voglia risalire un fiume per addentrarsi nel cuore tormentato del nostro Paese, invece di godere della possibilità, più a portata di pinna, di solcare indisturbato il Mare Nostrum, sembra davvero un’impresa sovrumana.

E forse “sovrumano” non è aggettivo messo a caso, perché dovremmo proprio entrare nella testa dell’ostinato delfino e abbandonare la nostra, di italiani disillusi, per comprendere tanto entusiasmo per l’entroterra pisano. Forse il delfino è malato e cerca un ospedale. Allora bisognerà dirgli di leggere i più recenti rapporti sullo stato della Sanità in Italia. Forse è stanco di acqua salata e preferirebbe sguazzare per un po’ in quella dolce: evidentemente non sa che l’acqua, per lui elemento naturale, per noi è merce che si paga e che, non contenti delle tariffe di quella prodotta dal rubinetto, paghiamo volentieri di più per averla in bottiglia.

Oppure, terza e ultima ipotesi, il delfino è in cerca di arte. Vivere in mare, in fondo, è come essere costretti a guardare il canale National Geographic 24 su 24. Naturale che si voglia vedere qualcosa di nuovo, magari un museo, oppure un centro storico. Dove c’è poca aria per un uomo, figuriamoci per un pesce. Pardon: per un mammifero acquatico.

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