Il mio eroe

Ciascuno ha i suoi eroi. C’è chi se li sceglie nella Storia e chi tra i protagonisti dello sport. Altri ancora attingono dall’arte: poeti, scrittori, musicisti, pittori. Qualcuno non esita a identificare il suo eroe in un politico, altri modellano - o vorrebbero modellare - la propria vita su quella di un filosofo, di un mistico o anche di uno scienziato. Io il mio eroe l’ho trovato su YouTube.

Questa circostanza fa di me una persona al passo con i tempi e, insieme, un soggetto piuttosto patetico. Lo so, ma non posso farci niente: il mio eroe merita questo sacrificio.

Purtroppo non so come neppure il suo nome: l’articolo nel quale ho trovato riferimento al video lo definisce semplicemente «a guy», un tizio. Non ha importanza: l’eroe anonimo ha ancora più fascino, come insegna Clint Eastwood in “Per un pugno di dollari”. Ciò che conta è che si comporti da eroe, ovvero accolga gli affronti della vita a pie’ fermo, rendendo giustizia a se stesso e, nel contempo, al prossimo suo.

Il «guy» in questione riesce perfettamente nell’impresa e lo dimostra nel filmato, della durata di pochi minuti. In esso, si diverte a prendere in giro, con grande abilità e una certa dose di spirito, un paio di truffatori che lo contattano per telefono spacciandosi per «agenti» della Irs, il fisco americano.

Fingendosi l’uno per supervisore dell’altro - in modo da simulare la chiamata di un ufficio - i due vorrebbero convincere «guy» a fare un bonifico a loro favore in modo da saldare «un arretrato». In caso contrario, «scatterebbe il provvedimento di arresto». La reazione di «guy», tra l’ironico e il surreale, tocca momenti geniali: «Questa operazione di bonifico la deve effettuare lei stesso, ha capito?» ammoniscono i mascalzoni; «Non posso portare il cane?» replica lui. Finalmente, uno dei fetentoni incomincia a capire: «Pensa che io sia stupido?», chiede«No - replica “guy” - penso che lei sia...» Oh, peccato! Non c’è più spazio.

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