Il pirata egoista

In navigazione nel mar della Cronaca incrociamo questo magnifico vascello dell’Ansa:

«Un genovese di 34 anni è stato denunciato dalla polizia per avere intercettato e essersi sovrapposto alle comunicazioni radio tra la centrale operativa e le ambulanze. L’uomo ha più volte dirottato le chiamate e cambiato i codici che attestano il tipo di patologia e la gravità dell’intervento».

Il redattore dell’agenzia aggiunge che, secondo le indagini, l’uomo, un tempo impiegato nella pubblica assistenza della zona, era stato licenziato con l’accusa di aver rubato l’orologio a un paziente. L’operazione di “pirateria” radiofonico a danno delle ambulanze sarebbe dunque una forma di “vendetta” per il licenziamento.

Premesso che fa caldo e il caldo martella sui nervi e scioglie il cervello, scegliere come forma di rappresaglia un giochetto che, evidentemente, mette a repentaglio la pelle di alcuni malcapitati sembra eccessivo perfino a queste temperature.

Il caso è ovviamente bizzarro e, speriamo, unico ma forse ci trasmette qualcosa circa la più recente evoluzione (o involuzione) della natura umana. Sarà un’impressione del tutto personale, ma la tendenza della gente - da sempre presente: in alcuni individui spiccata, in altri meno - a mettersi al centro del mondo ha raggiunto in tempi recenti livelli straordinari. Solo un ego patologico, sia pur “offeso” dal licenziamento e tormentato dalla caldazza, può pensare che sia cosa buona e giusta mandare i giro le ambulanze a casaccio per la città e, magari, cambiare l’allarme estremo per un infarto in un intervento di tutto riposo per un’emicrania. Ciò equivale a dire: se non posso essere contento io, allora tutto vada a catafascio, anche e soprattutto chi è ignaro e innocente. L’uomo di Genova, rappresenta un caso estremo ma, a ben vedere, ci consideriamo un po’ tutti dei piccoli Soli, necessari all’esistenza gravitazionale di chi ci circonda. Purtroppo, il più delle volte siamo invece buchi neri.

© RIPRODUZIONE RISERVATA