Interruttore segreto

"Scoperto nel cervello l’interruttore che aiuta a tenere lontane le fobie. Comanda il ricordo dei fattori che le scatenano ed è implicato nelle terapie psicologiche per superare problemi legati ai traumi. Lo studio guidato da Ki Goosens, dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Mit), dimostra che è possibile migliorare le terapie e soprattutto renderle più durature".

Ah, i notiziari scientifici! Se posso, non me ne perdo uno: rappresentano l’unico sistema di una certa efficacia per viaggiare nel futuro. Non sono granché più attendibili della fantascienza pura, questo va detto, ma almeno negli scenari dipinti dagli scienziati non tutti vanno in giro in tuta argentea con la pistola laser al fianco, caratteristiche che rendono il futuro immaginato da registi e sceneggiatori discutibile in fatto di progresso.

Secondo la notizia di cui sopra, tratta dal notiziario scientifico dell’Ansa, per vincere le proprie paure non occorre far altro che individuare l’interruttore giusto, un po’ come nel quadro della centrale termica del condominio, e farlo scattare. D’incanto, i ragni non fanno più senso, i serpenti sono i nostri migliori amici, non ci spaventa più l’idea di camminare su un filo teso tra due palazzi di trenta piani e quanto a farsi chiudere in un baule, beh, che problema c’è?

Da tempo sappiamo che il cervello umano è paragonabile a un circuito elettronico. Un circuito di straordinaria complessità, in buona parte ancora inesplorato, ma pur sempre un circuito. Trattarlo come tale è dunque legittimo, anche perché inevitabile: il giorno che i neurologi sapranno come far scattare i pulsanti della personalità, sarà un giorno inquietante ma nessuno potrà mettersi di mezzo e impedire che ciò accada.

A noi resta però la libertà fondamentale: quella di continuare a trattare le fobie come abbiamo sempre fatto. E dunque come palestra per allenare la nostra volontà, oppure come segno particolare grazie al quale distinguerci e, in chiaroscuro, definire il nostro profilo in mezzo agli altri.

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