La favola del solaio

Il padrone di casa precede l'idraulico sulla scaletta che conduce al solaio. Entrambi chinano la testa per non andare a sbattere contro possibili spigoli nascosti tra le profonde ombre dell'angusto passaggio. L'idraulico, figura un po' pesante (gli capita di distrarsi al passaggio davanti alle boulangerie), è già in affanno. Finalmente, il solaio.

"La perdita dev'essere lì dietro" sussurra il padrone di casa.

I fasci luminosi di due torce elettriche puntano a un angolo del sottotetto.

"Lì dove?"

"Giusto lì. Appena dietro il Caravaggio".

Lo so: la scena non può essere andata proprio così. Perfino il più ottuso dei proprietari immobiliari non lascerebbe un autentico Caravaggio a prender polvere in soffitta: lo appenderebbe in un appartamento per poi aumentare l'affitto al locatario. Tuttavia, piace pensare a queste scoperte di capolavori "dimenticati" come a episodi sottilmente umoristici.

Ancora non è chiaro se il "Giuditta e Oloferne" ritrovato in un solaio di Parigi durante la ricerca di una perdita idraulica sia un Caravaggio autentico oppure no. Perfino quando l'attribuzione sarà ufficiale, dovremo ricordarci che si tratterà al meglio di un'approssimazione, di un tirare a indovinare. Diventerà col tempo una verità accettata ma, sotto sotto, potrebbe rimanere un errore sedimentato o perfino una bugia autorevole.

Nel suo "F for fake" Orson Welles giocò magnificamente con il vero e il falso nell'arte e nella vita, con l'apparenza e l'inganno, la luce e l'ombra: "Tutto quello che vedrete nella prossima ora è rigorosamente vero" dice il regista all'inizio del film, salvo poi accatastare menzogne una volta che la pellicola ha raggiunto il minuto 61. L'attribuzione del Caravaggio rimarrà per sempre un equilibrismo tra esperti e una scommessa sull'ottimismo degli appassionati i quali, possiamo anticipare, certamente vorranno credere alla sua autenticità, non fosse altro perché così bene si adatta alla favola del padrone di casa e dell'idraulico.

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