La solita pizza

La maggior parte degli esseri umani sanno, quando vogliono, essere civilizzati. Il che comporta trattare gli altri con il minimo rispetto voluto dal buonsenso. Ma quanti, tra gli esseri di cui sopra, sanno anche essere “buoni”, ovvero qualcosa più che civili, qualcosa che comprenda anche gentilezza e tolleranza?

A imporre la questione una notizia riportata dall’Ansa dalla provincia di Pesaro Urbino. Una signora di 47 anni, affetta da più di tre decenni da epilessia farmaco-resistente, si avventura con il marito a cena in una pizzeria. Lì la coglie una crisi violenta. Il marito la riporta a casa e in un secondo momento torna al locale per pagare le pizze: “Se le mangi a casa - si sente rispondere -, qui avete già spaventato tanta gente”. “Mi ha fatto sentire colpevole - dice ora la signora -, una persona sporca”. La titolare della pizzeria, da parte sua, nega tutto: “Ho una sorella epilettica .Vi pare che possa aver detto una cosa simile?” Vera o falsa che sia, la smentita è comunque tardiva: i vendicatori virtuali sono subito scattati in trincea e la pagina Facebook del locale “ribolle di insulti e minacce di boicottaggio”.

Nuova nel pretesto - la crisi epilettica in pubblico, il commento inaccettabile che fa scandalo - questa storia non è che l’ennesima versione del giochetto che tanto ci piace e tanto ci descrive: una vittima, un presunto carnefice e tanti piccoli giustizieri da tastiera. In un contesto dove giustizia non è mai fatta, verità mai stabilita e ragione mai rispettata.

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