La Storia è un ladruncolo al supermercato

Dall’agenzia Ansa del 25 febbraio: «Angela Merkel va a fare la spesa e le scippano il portafoglio. È accaduto oggi a Berlino, in un supermercato di specialità gastronomiche di Charlottenburg. L’ex cancelliera aveva lasciato la borsa sul carrello della spesa. Secondo quanto riferisce la “Bild”, nel portafoglio c’erano la carta di identità, il bancomat, la patente e dei contanti. Merkel è da sempre abituata a fare la spesa personalmente, era nota per questo già da cancelliera. La polizia ha confermato il furto, mentre l’ufficio della ex Bundeskanzlerin non ha voluto pronunciarsi sul fatto».

Forse qualcuno, tra i più ostinati critici della Germania in chiave (anti)europeista, oppure tra coloro che nei politici vedono sempre e comunque il male incarnato e puntano il dito contro una loro presunta tendenza genetica alla ladroneria, avrà riso, o almeno sorriso, nel leggere le righe di cui sopra: non capita tutti i giorni che un leader venga derubato. Di solito, suggerirà il qualunquista che vive in noi, accade il contrario: il leader ruba, il popolo soffre.

Devo confessare che a me la notizia è sembrata triste, forse perché è nello spirito di questi tempi irrimediabilmente sciatti e volgari. La guerra in Ucraina ci ha riportato davanti a casa uno scenario in tutto simile a quelli del Novecento, con un dittatore che, farfugliando pretesti che neppure per un secondo reggono la prova della verità e inventandosi perfino una sorta di scudo legale per giustificare le sue azioni, viola in armi i confini di una nazione, e il resto del Continente europeo che, ancora una volta, non capisce e, anzi da tanto tempo non comprende come, nella testa di chi ora si diverte a chiamare “zar”, e non solo nella sua testa, ogni volta che, dopo la caduta del Muro di Berlino, un Paese già appartenente al Patto di Varsavia è finito nell’orbita occidentale, ai vertici della Federazione russa si è provato il brivido dell’invasione, l’inquietudine dell’accerchiamento. Nella logica imperialista di Putin - un leader scaltro ma culturalmente e politicamente obsoleto -, timori abbastanza forti da giustificare l’agguato militare.

La Storia si ripete, dunque, il Novecento torna tra noi ma, ognuno lo vede, in forma distorta e perfino grottesca. Si potrebbe addirittura parlare di un Novecento ridicolo, se non fosse irrispettoso nei confronti di quanti stanno soffrendo. Possiamo almeno dire, però, che il Novecento è tornato senza portare con sé personaggi come Churchill o Roosevelt e, per fortuna, neanche gente come Hitler e Stalin.

Anche senza essere (sempre) d’accordo con le sue scelte, mantenendo dunque una riserva a protezione di una certa indipendenza intellettuale, non sarebbe del tutto fuori luogo affermare che Angela Merkel è l’unico politico di una certa statura che abbiamo visto gestire il potere in questi ultimi anni. Certamente, in mezzo a tanti gnomi, la sua figura si è staccata imponente come quella di un gigante. Ma neanche questo è bastato a salvarla dalla volgarità patologica del Secolo Ventunesimo, tanto che qualcuno le ha fregato il portafoglio.

A questo, dunque, si è ridotta oggi la Storia: ad assomigliare a un ladruncolo al supermercato.

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