Oltre noi stessi

Tempi non facili, questi, semmai ci siano stati tempi facili. Tempi in cui, mentre la terra trema e i ponti cadono, viene spontaneo dubitare della nostro futuro. Pensare a ciò che ci aspetta diventa un esercizio angosciante, eppure non possiamo esimerci dal praticarlo: è nella nostra natura preoccuparci, perché all’anticipare i pericoli sono condizionate parte delle chance di sopravvivenza.

È anche vero però che il vivere in costante stato di preoccupazione non è né saggio né salutare. E in ogni caso serve a poco. Lo sappiamo, è evidente, ma per qualche ragione non riusciamo a correggerci: senza preoccupazioni non sappiamo vivere, ci sentiamo nudi e in colpa.

In questi casi, la mia terapia è sempre la stessa: Michel de Montaigne. Il lontano filosofo francese (1533-1592), nei suoi “Saggi”, ha una pagina per ogni cosa. Lontano dalle grandezze dei filosofi antichi e dalle ambizioni di quelle moderni, Montaigne era un uomo come noi, che ragionava su quanto gli accadeva: non pretendeva di illuminare il mondo, solo di farsi strada rischiarando la via davanti a sé alzando il lume della sua intelligenza.

Anche sul voler scrutare il futuro ha qualcosa da dire. «Coloro che accusano gli uomini di andar anelando sempre alle cose future - scrive - , e ci insegnano ad impossessarci dei beni presenti e riposarci su di essi, perché non abbiamo alcun potere sulle cose passate, toccano il più comune degli errori umani, se pur osano chiamare errore una cosa a cui la natura stessa ci induce, per servire alla continuazione della sua opera, ispirandoci, più preoccupata dal nostro agire che del nostro sapere, tale falsa immaginazione, come parecchie altre. Noi non siamo mai in noi, siamo sempre al di là. Il timore, il desiderio, la speranza, ci lanciano verso l’avvenire e ci tolgono il sentimento e la considerazione di ciò che è, per intrattenerci su ciò che sarà, quand’appunto noi non saremo più». E se tutto ciò ci pare serva a poco, consoliamoci almeno con l’idea che qualcuno, secoli fa, come noi si preoccupava del preoccuparsi.

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