Pali (e ladri) di legno

“NOCERA UMBRA (PERUGIA), 18 NOV - Marito e moglie residenti in provincia di Ancona sono stati sorpresi dai carabinieri a Nocera Umbra, lungo la Flaminia, dopo che avevano già divelto, ed in parte caricato sulla loro auto, i pali in legno che recingono la costruzione di epoca romana del sito archeologico in località Le Spugne. I due sono stati denunciati per furto aggravato in concorso”.

Con tutti i danni al patrimonio archeologico che, negli anni, hanno fatto i “tombaroli” - attivi soprattutto nel Lazio e in Toscana – non ci sarebbe certo da lamentarsi (troppo) per la notizia di cui sopra, anche se non si può negare che, leggendola, la stonatura suoni stridente.

Nei pressi di una costruzione romana, i due intraprendenti coniugi rubano pali di legno? Non si sono che due spiegazioni. O la necessità della coppia di mettere le mani su pali di legno era impellente oltre qualunque ragionevolezza, oppure i due sono incapaci di stimare il valore di mercato di qualsivoglia oggetto, se volendo macchiarsi di furto aggravato e in concorso, prediligono pali di legno a reperti romani. Ma, naturalmente, il reperto romano bisogna prima saperlo riconoscere e occorre quindi metterlo sul mercato clandestino sottoponendolo all’attenzione di chi se ne intende. Una procedura che implica un pizzico di professionalità e, oso dirlo, di cultura. Altrettanto non si può dire del business dei pali di legno: per venderli bastano un paio di soggetti con la testa dello stesso materiale.

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