Passatempi umani

Lo so: di cattive notizie ce ne sono fin troppe e di pessimi soggetti sono piene le strade. Tuttavia, oggi vi chiederò di aggiungere al fardello anche questa (relativamente) piccola nequizia:

«GENOVA - Per dieci anni, dal 2006 al 2016, ha rubato dai conti correnti dei minori e disabili di cui era curatore speciale. Prelievi costanti da depositi bancari e libretti per un totale di oltre 500 mila euro. Per questo un avvocato genovese di 63 anni è agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato».

Questa è una di quelle circostanze in cui se l’avvocato genovese di cui sopra avesse un profilo Facebook (magari ce l’ha: non sono andato a controllare), se lo ritroverebbe pieno di ingiurie nel giro di qualche secondo. E non avrebbe ragione di lamentarsene: se rubare in generale è disdicevole, rubare ai disabili è quantomeno disgustoso.

Nessuno, dunque, potrebbe rimproverarci se lasciassimo traccia della nostra indignazione sotto il suo nome. Ci provassimo a obiettare verremmo travolti a nostra volta: chiunque si frapponga all’impeto dell’intemerata indignazione deve per forza essere egli stesso un disonesto, un complice, un malfattore e dunque un altro bersaglio legittimo.

Prima di dare l’impressione di difendere chi ruba ai disabili, preciso che non è proprio il caso. All’avvocato auguro solo un giusto processo e, se colpevole, una pena commisurata alla (notevole) gravità del reato. Ciò detto, mi sento di aggiungere che incomincia a darmi fastidio la prontezza con cui ci scagliamo verbalmente contro chi si tradisce per essere (tanto o poco) peggio di noi. Esclusa la possibilità di giustificare, non c’è neppure la curiosità - scientifica - di capire. Siamo diventati dei lapidatori compulsivi: se le nostre vittime si meritano, forse, tale trattamento, noi però meriteremmo passatempi più umani.

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