
Eppure c'è una luce potente - mai violenta, sarà il suo segreto - che pervade questa provincia. Ci riflettevo questa mattina grazie a due scintille.
Lunedì sera, sì sera, in una fredda Busto, bollata come pigra quando c'è di mezzo la cultura. Busto che si scioglie in pochi istanti, accorrendo alla presentazione di un libro sul Risorgimento, si accalora nel dibattito e nell'esternare l'affetto e l'ammirazione per un autore ritrovato come Elio Armiraglio. Si respira la voglia di essere comunità e ascoltare un personaggio che per la sua città ha fatto tanto. Ma anche la voglia di cultura e dibattere su un tema che doveva essere il filo conduttore di tutto l'anno in Italia, poi si è assottigliato, sballottato forse dalla pigrizia e dall'abitudine. Non qui, dove un Alessandro Mari ha preso e dato carne al Risorgimento con un romanzo pluripremiato. E dove Elio Armiraglio ha ricondotto quegli anni al territorio, permettendogli di scoprirsi un po' di più. Come di capire che non c'è cambiamento, non c'è tensione, non c'è crisi da cui non si possa uscire.
Ma mentre mi immergo in queste riflessioni, scorgo la mail fitta e precisa di Renato Bertossi: a Varese scorre la musica. E altri esempi potrebbero seguire,
Quanti Elio, quanti Renato, quanti personaggi abbiamo in questa provincia. Nelle città come nei paesi, che spesso bagnano il naso alle località più grandi.
Allora si accende una luce più vera di quelle eleganti e dall'impatto talvolta un po' freddo che si affacciano sul nostro Natale. E diciamo: beata te, provincia di Varese. Che di luci autentiche ne hai tante. Anche in questo buio periodo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA