Il manager dei poveri. In Scozia

Il manager dei poveri. In Scozia

Dundee è una città scozzese, con quasi il doppio degli abitanti di Varese o Busto Arsizio. Un tempo era la città delle tre "j" (iuta, giornalismo e marmellata), ma come e più delle nostre città ha sofferto pesantemente della crisi. E prima ancora che i guai economici toccassero il cielo con l’intera mano, si era già trasformata nella città della "D". D come Discovery, la nave con cui il capitano Robert Falcon Scott partì alla scoperta dell’Antartide cento anni fa. Una lezione che è rimasta nel sangue: bisogna esplorare, reinventarsi, trovare una nuova vocazione, ad esempio scientifica o turistica.
E non è finita qui. I nostri Comuni spesso bussano da consulenti per questo o quell’evento coi lustrini. Lì di recente un dirigente in pensione ha ricevuto un incarico per ben altro motivo: serve un manager per toglierli, i lustrini, e lavorare per la "financial inclusion". In pratica per facilitare l’accesso degli individui ai prodotti e ai servizi finanziari e combattere invece l’esclusione, quella inconsapevolezza che può aggravare le difficoltà delle famiglie e rappresentare un sintomo come una causa della povertà.
Anche Dundee ha dovuto ridurre il proprio bilancio per via dei tagli governativi, ma ciò non scoraggia: anzi ha reso ancora più importante creare una rete di salvataggio per gli scozzesi che si trovano o si troveranno senza lavoro. E allora sotto con un manager appunto, che grazie alla sua esperienza in campo pubblico può preparare uno "strategy paper", prima la mappatura dell’attività a Dundee sulla povertà, poi un piano d’azione per i prossimi due anni. Punto per punto. Qualche esempio? Si va dall’azione sulle agenzie specifiche all'impegno sul credito, dal sostegno a chi è senza lavoro alla necessità di organizzare eventi per pubblicizzare le iniziative, e ancora piani mirati per i bambini o per gli anziani. Un discorso anche culturale. E per questo molto concreto. Anche (e soprattutto) se non luccica.

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