Il tessile che sempre sarà

A Torino, tra i libri conquista l'attenzione e un premio speciale una storia della nostra gente, per declinare un titolo di Nesi: del resto, il filo che unisce Prato e Busto Arsizio è antico.

Ma il titolo di Luigi Giavini è fortemente più evocativo e apre un mondo da solo, ispirandosi al linguaggio dei vecchi tintori: una lacrime di blu. Chi l'ha letto, ha provato l'impatto di un mondo irresistibile che attinge alla sua storia profonda per gridare: non sono morto, avete in mano le chiavi e potete far cantare ancora i telai, tingere tutta di vita il vostro lavoro.

Chi non l'ha ancora assaggiato, dovrebbe farlo, proprio per ritrovare quella forza dentro di sé. 

Torino ha raccontato che la cultura non è un passatempo per menti privilegiate, ma un mondo che ci dà ragione di essere. E un investimento, se lo vogliamo.

Una lacrima di blu - accolto con entusiasmo fuori patria, per così dire, e meritevole di un premio speciale di Biella - non è pianto, ma una speranza in grado di brillare. Non è solo dedicata al tessile che era - ha ragione l'industriale Piero Sandroni - bensì soprattutto a quello che sarà. Se lo vogliamo.

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