L'umiliazione del contrappasso

C'è un semaforo che mi ha sempre resa nervosa, verso i lenti testardi. Quelli che anche se la luce verde dava il via libera a tutti, restavano appiccicati all'alt della corsia della svolta di sinistra in un incrocio deserto. Come tanti, mi innervosivo, mi struggevo, sospiravo alla vista di chi, davanti a me, non partiva.

Finché è cambiato tutto. La brutta sorpresa, pure tardiva, una sera. Il semaforo veniva ordinatamente diviso in frecce. Morale, freccia verde per chi tirava diritto, ma tu eri inchiodato dalla tua implacabile freccia rossa, anche se non passava nemmeno un cane.

Così funziona ora. E quante volte patisco l'umiliazione, una delle immancabili leggi del contrappasso al volante, di stare immobile alla freccia rossa in un incrocio in cui l'unico essere vivente è dietro di me, nervoso, e soprattutto non si è accorto del cambiamento. Sotto il peso dei suoi insulti, del clacson e dei fari, conto i secondi che mi daranno la liberazione sotto forma di freccia verde.

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