Protagonista della storia raccontata da Alice Diop è Rama, una giovane scrittrice e insegnante di letteratura che assiste al processo di Laurence Coly presso il tribunale di Saint Omer. L’imputata è accusata di aver lasciato morire la figlia di soli 15 mesi, abbandonandola su una spiaggia nel nord della Francia con l’arrivo dell’alta marea. Dalla testimonianza e dal processo, Rama vuole prendere spunto per scrivere il suo nuovo libro, un adattamento in chiave moderna del mito di Medea. Garbata e composta tanto da sembrare mostruosa ai presenti, Laurence suscita in Rama sensazioni diverse da quelle che percepite dall’accusa e dai testimoni. Nel corso del processo, le certezze di Rama, nonché la capacità di giudizio dello spettatore, saranno sconvolte. Nei panni delle due donne protagonista della storia ci sono Kayije Kagame e Guslagie Malanga. Presentato in concorso al Festival di Venezia 2022 il film ha riscosso il parere favorevole della critica aggiudicandosi il Leone d'Argento - Gran premio della giuria a Venezia 79° e del Leone del Futuro - Premio Venezia opera prima "Luigi De Laurentiis" NOTE DI REGIA Nel giugno del 2016 ho assistito al processo di una donna che aveva ucciso la figlioletta, abbandonandola su una spiaggia in Francia con l’alta marea. Ho pensato che la donna avesse voluto offrire la figlia al ‘mare’, una ‘madre’ ben più potente di quanto non potesse esserlo lei stessa. Ispirata da una storia vera e spinta da un’immaginazione intrisa di figure mitologiche, ho scritto questo film su una giovane scrittrice che assiste al processo di una madre infanticida, con lo scopo di scrivere una rivisitazione contemporanea del mito di Medea. Ma nulla procederà come aveva previsto: l’impenetrabilità dell’accusata porterà la giovane donna a riflettere sulla sua stessa ambiguità nei confronti della maternità. Ho voluto girare questo film per sondare l’indicibile mistero di essere madre.