Maxi scuola bocciata
In ottocento dicono no

Ben 770 firme in appena quattro giorni. Tanto vale, per i genitori degli alunni che frequentano lì le scuole d’infanzia ed elementari, il futuro della Direzione didattica di Como 2 minacciata, a loro avviso, dalla decisione da parte dell’amministrazione di accorpamento con l’Istituto comprensivo di Como Centro

COMO Ben 770 firme in appena quattro giorni. Tanto vale, per i genitori degli alunni che frequentano lì le scuole d’infanzia ed elementari, il futuro della Direzione didattica di Como 2 minacciata, a loro avviso, dalla decisione da parte dell’amministrazione di accorpamento con l’Istituto comprensivo di Como Centro.
«Una scelta - commenta il presidente del Consiglio di Circolo Fortunato Zullo - quella della raccolta di firme presa per dare una legittimazione “popolare” a una protesta che deriva dalle mancate spiegazioni  dei motivi dell’accorpamento richieste in una lettera del  14 settembre indirizzata all’assessore Anna Veronelli e al dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Claudio Merletti». Una lettera in cui erano esposte domande riguardo le modalità e le possibili conseguenze dell’accorpamento.
«Una decisione - precisa Zullo - presa nel luglio di quest’anno a scuole chiuse, senza possibilità di confronto con gli organi collegiali. Tant’è che ne siamo venuti a conoscenza soltanto all’apertura delle scuole quando la dirigente Gerarda Veneroso ha convocato con urgenza il Consiglio di Circolo per informarci della scelta dell’amministrazione: che, tra l’altro, è radicalmente diversa da quella presa in una riunione, datata 20 maggio, dei presidi delle scuole di Como con l’assessore Veronelli in cui, per porre rimedio alle pochissime iscrizioni dell’istituto di Como Centro, si era deciso l’accorpamento con le scuole di Campione d’Italia e non con la nostra Direzione didattica».
Rimasto senza risposte in merito, il Consiglio di Circolo ha allora deciso di scrivere una petizione, corredata di firme, indirizzata ai massimi responsabili politici del Comune, della Provincia e della Regione Lombardia (fra cui il sindaco di Como Stefano Bruni e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni) per chiedere il ripensamento della scelta. «La raccolta della firme è avvenuta in tempo record - sottolinea Zullo - a testimonianza di come questa decisione abbia sottolineato interrogativi da parte dei genitori sul possibile futuro della scuola. Un documento per dire no all’accorpamento e alla verticalizzazione che non ci sembrano scelte obbligate per ovviare alla “crisi” di Como Centro rispetto al quale la nostra Direzione didattica è riuscita fino ad oggi a mantenere un’alta qualità dell’offerta formativa grazie al fatto di essere una scuola “orizzontale” che, al contrario degli istituti comprensivi che concentrano l’attenzione sulle medie, ha la possibilità di curare al meglio lo sviluppo dei bambini in tenera età. Un merito da attribuire anche alla bravura della nostra dirigente che, al contrario di quanto affermato dall’assessore Veronelli, ha optato per le dimissioni esclusivamente come atto di protesta nei confronti della decisione unilaterale di accorpamento».
Dimissioni che avranno effetto a partire da gennaio 2010 quando, fino alla fine dell’anno scolastico, bisognerà trovare un reggente fra i presidi comaschi che non hanno ancora una reggenza. «Al momento - sottolinea il dirigente dell’Usp Claudio Merletti - la decisione è ancora prematura. Bisognerà infatti attendere l’atto ufficiale di dimissioni e la valutazione della situazione pensionistica della dirigente che, attualmente, non è ancora ben definita».
Matteo Borghi

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