
Cronaca / Como città
Mercoledì 14 Marzo 2012
L'Anuu sul futuro della caccia
«I nostri guai sono politici»
Per Marco Castellani, il presidente nazionale dell'Anuu Migratoristi, i problemi della caccia in Italia hanno matrice soltanto politica: «Non si può invocare il rispetto delle norme europee solo quando sono restrittive»
Ci ricordi, in sintesi, che cos'è l'Anuu e come opera in Italia.
«L'Anuu migratoristi italiani è un'associazione venatoria riconosciuta dalla legge numero 157/92. È stata costituita il 28 marzo 1958 a Bergamo, per lo studio, la tutela e la conservazione delle cacce tradizionali italiane agli uccelli migratori, ma si occupa anche di tutte le altre forme di caccia. La famiglia dell'Anuu è oggi assai ampia e raggruppa cacciatori praticanti tutte le forme di caccia, dall'appostamento fisso agli ungulati, passando per la stanziale da penna, la lepre ed il cinghiale, e comprende i migratoristi generici».
«L'Anuu Migratoristi ha una capillare presenza sul territorio italiano, essendovi dislocata con sedi regionali, provinciali e comunali cui fare riferimento in caso di necessità, di richiesta di informazioni e di chiarimenti, od anche solo per ricevere qualche pubblicazione per la quale si nutra particolare interesse» - prosegue Castellani - «Lo scopo fondamentale dell'associazione era ed è tutt'oggi quello di garantire una gestione corretta e scientifica dell'attività venatoria, nel rispetto delle tradizioni cinegetiche del nostro Paese e attraverso un prelievo razionale delle risorse faunistiche, da realizzarsi tramite censimenti, rigorosi piani di utilizzo sostenibile e accurata gestione del territorio ai fini del suo miglioramento ambientale».
A quali organizzazioni sovranazionali siete legati?
«A livello di Unione europea l'Anuu aderisce alla Face (Federazione delle associazioni dei cacciatori europei per la conservazione della natura) e all'Aetc (Associazione europea delle cacce tradizionali), mentre a livello mondiale è membro del Cic (Consiglio internazionale della caccia e della salvaguardia della fauna)».
Da alcuni anni i cacciatori, attraverso i loro organismi, chiedono la revisione della legge nazionale sulla caccia. Fino ad oggi non è stata realizzata. Come mai?
«Questo problema ormai annoso è l'emblema, più di ogni altro, della matrice esclusivamente politica dei nostri guai. Coerentemente con quanto da sempre sostenuto, ribadisco che la nostra posizione non è mutata. abbiamo condiviso con gran parte del mondo venatorio italiano una posizione ben precisa e continuiamo a difenderla: senza estremismi ingiustificabili, ci limitiamo ad evidenziare la necessità di alcune modifiche alla legge 157/92 per adeguarla alle reali esigenze dei cacciatori italiani nel pieno rispetto di tutte le direttive europee. E tutto senza stravolgere le linee guida della Carta europea della caccia sostenibile, approvata dal Consiglio d'Europa nel 2008, e soprattutto dando corretta applicazione e recepimento, anche nel nostro Paese, alla guida interpretativa della Direttiva Uccelli».
«Noi chiediamo solo di basarsi su aspetti scientifici e giuridici prendendoli per come sono. Non ci devono essere spazi per mediazioni, di nessun tipo» - incalza il presidente nazionale dell'Anuu Migratoristi - «Non si può essere europeisti "a singhiozzo" e invocare il rispetto delle norme europee solo quando vanno in senso restrittivo, mentre quando concedono qualche opportunità vengono spacciate per "deregulation", "barbarie venatoria", "caccia selvaggia", "caccia no limits" e così via, con buona pace degli accordi che, invece, ambientalisti e cacciatori hanno sottoscritto a livello di Unione europea in proposito».
Giovanni Maccarrone
(1 - continua)
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