Legno-mobile, è crisi
Allarme degli artigiani

Il presidente Tarcisio Colombo: "Bene solo le aziende su misura. Economia canturina a rischio"

CANTU’ - «La crisi morde. Le difficoltà in questi mesi sono evidenti. Così si mettono in ginocchio le nostre aziende e un’intera categoria, quella del legno, che ha sin qui fatto la fortuna non solo di Cantù, ma dell’intera Brianza». A lanciare il grido d’allarme è Tarcisio Colombo, presidente della categoria legno di Confartigianato.
«La ripresa di settembre e l’autunno ci preoccupano - rileva il presidente della categoria legno - perché il quadro è oggettivamente desolante. Le piccole aziende che lavorano conto terzi sono stremate. Il loro fatturato si è dimezzato. Non si vede un futuro. Spesso sono le nostre grandi aziende che, lavorando meno, trattengono dentro la fabbrica tutto il lavoro. Così facendo riescono a sopravvivere, ma nei fatti questo sta decretando una morte lenta di tutto l’indotto, che è fatto di manodopera altamente specializzata. C’è da sperare che la crisi lasci il passo alla ripresa e che magari già dall’autunno la produzione possa ripartire. Ma se le piccole botteghe saranno state cancellate nulla sarà più come prima. Non esisterà più quel tessuto di imprenditoria di qualità e di eccellenza che ha fatto grande il nome di Cantù nel mondo. Questo è davvero un rischio che non possiamo permetterci di correre. Le uniche note positive arrivano invece dalle aziende che lavorano su misura. Qui gli ordini non mancano. Servono anche spazi per crescere. Ma da sole non bastano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA