«A Bellagio non servono tasse
No al numero chiuso»

Continua a fare discutere la proposta dell’albergatore Bucher, dagli chef arriva una netta contrarietà

Contrarietà assoluta a numero chiuso o ingresso a pagamento da chi opera a Bellagio con diverse reazioni.

C’è chi propone una sorta di carta turistica con la possibilità di ottenere sconti “a consumo” e chi invece definisce una pazzia pensare di limitare l’ingresso al borgo.

La proposta di una Bellagio a numero chiuso o con una sorta d’ingresso a pagamento è arrivata nei giorni scorsi giorni da Jan Bucher proprietario con la famiglia del cinque stelle lusso Grand hotel Villa Serbelloni, seguendo l’esempio della Venezia del 2020.

Mario Patroni e il fratello Raffaele, hanno scelto dopo un’esperienza negli States nel settore durata diciotto anni, di aprire un locale, La Fontana, su una delle scalinate della “Perla del Lario”.

«Parlare di un numero chiuso a Bellagio è assurdo – spiegano i fratelli Patroni -. Negli ultimi due anni di certo è cambiato il turismo in paese, con molti B&b e case vacanze, questo ha portato un turismo più di massa e magari ha penalizzato gli alberghi di lusso, ma è semplicemente una evoluzione. Noi siamo felicissimi così, c’è più gente, magari spende meno ma va bene così».

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