Accetta un lavoro sul web
Sotto accusa per riciclaggio

Firma un contratto con una società inglese, ma era tutta una truffa. Il giudice però lo assolve: non era consapevole di commettere reati

Aveva risposto a un’offerta di lavoro trovata su internet, di quelle che ti propongono un lavoro a domicilio con possibilità di ottimi guadagni. Aveva firmato un contratto, contattato il suo nuovo datore di lavoro, visitato il sito internet della società e creduto che tutto fosse assolutamente regolare. E invece non lo era.

La procura voleva venisse condannato per riciclaggio un comasco di 52 anni residente a Breccia: ed invece il giudice delle udienze preliminari lo ha assolto, accogliendo la tesi della difesa secondo cui l’uomo aveva agito in assoluta buona fede.

Tutto ha inizio nel marzo del 2009 quando l’uomo ha risposto a una mail nella quale si offriva una possibile occupazione per conto di una società inglese, la Moto Ride. Lavoro senza compenso fisso, ma a percentuale.

L’azienda, formalmente, si occupava di ricambi di moto e accessori per motociclisti e sosteneva di aver bisogno di un collaboratore in Italia, per ampliare il numero di clienti. Il tutto viene formalizzato da una serie di documenti con tanto di contratto da sottoscrivere e poi rispedire al mittente.

È quando è stato convocato dagli uomini della Polizia postale di Como, che il comasco ha compreso come quell’offerta di lavoro era tutto tranne che una cosa seria. L’uomo si è ritrovato all’improvviso sotto accusa per riciclaggio. Il lavoro che gli era stato offerto, infatti, prevedeva il trasferimento di somme di denaro accreditate sul suo conto verso l’estero con l’utilizzo dei sistemi - non tracciabili - Money Gram e Western Union. Si è così scoperto che i 3.500 euro circa che il comasco ha trasferito verso l’Ucraina appartenevano a un uomo di Catania, che si è visto sottrarre il denaro - tramite il phishing, un sistema di truffa on line - con due bonifici inviati sul conto aperto presso il banco Posta in via Gallio proprio dal comasco ignaro.

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