Altro amianto
Nella ex Ticosa

Il materiale trovato nella zona della Santarella. Nessuna certezza a 7 anni dalla demolizione

Como

Non è finita. Altro amianto è stato i ritrovato nell’area della ex Ticosa, più precisamente in una piccola porzione vicino alla Santarella, la ex centrale termica. Al di sotto della soletta sono state rinvenute tracce del materiale pericoloso e l’amministrazione comunale ha chiesto immediatamente al direttore dei lavori Rinaldo Marforio di stimare le quantità, i costi per la rimozione e, ovviamente, i tempi.

Il documento dovrebbe essere pronto nel giro di qualche giorno mentre nell’arco di qualche settimana dovrebbero arrivare i risultati delle analisi coordinate da Arpa e Provincia sulle celle in corso di collaudo, oggetto di scavi e rimozione di terreni contenenti amianto. A quel punto si avrà l’esatta percezione dei tempi che si dovranno ancora mettere in conto per poter scrivere la parola fine sulla bonifica dei terreni.Non si sbilancia l’assessore all’Ambiente Bruno Magatti che dice: «Si tratta di una zona molto limitata della famosa cella tre, verso il cimitero monumentale. Sono in corso delle valutazioni per capire quanto materiale sarà necessario portare via. Stiamo aspettando un’analisi più accurata da parte dei direttore lavori». Dal punto di vista economico Magatti chiarisce che «nell’insacco e nel trasporto del materiale sono state fatte delle economie e, non appena avremo le quantificazioni da parte del direttore lavori saremo in grado di capire se sono sufficienti per risolvere anche il problema del Santarella».

Lo stesso Magatti ammette che, in caso contrario, ci sarà «un problema di risorse». Ipotesi, questa, che per il momento in Comune cercano di esorcizzare anche perché la disponibilità finanziaria dell’Ente è tutt’altro che cospicua. Per quanto riguarda la bonifica dei terreni, Magatti dice che «siamo ormai arrivati al 90% e siamo quindi a pochi passi dall’esecuzione del piano». E ancora: «Con realismo stiamo affrontando tutti i problemi per meglio concludere in tempi brevi».

La vecchia tintostamperia di via Grandi è stata abbattuta il 27 gennaio del 2007 e la prima bonifica è scattata alla fine del 2006 e riguardava lo smaltimento dell’amianto in superficie. Ancor prima dell’abbattimento erano emerse polemiche e consiglieri di opposizione avevano chiesto ulteriori controlli proprio sull’amianto. Il Comune aveva però rassicurato dicendo che in Ticosa non era rimasta «neanche una fibra» del materiale pericoloso che venne però ritrovato mesi dopo la demolizione in una guaina bituminosa che, essendo stata tritata con il resto del materiale, aveva di fatto contaminato migliaia di metri cubi di materiale.

L’odissea dell’amianto passa poi per il sequestro dell’area, un’inchiesta della Procura e il successivo smaltimento. La fase due della bonifica è quella del sottosuolo, dove era stato rilevato altro amianto. Nell’ultimo anno e mezzo l’accelerazione, costellata però da diversi imprevisti. All’appello, per quanto riguarda le bonifiche, manca ancora quella delle falde. n

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