Appalti, condannato
il numero due dell’Asl

Nove mesi al direttore amministrativo Bortolotti per turbativa d’asta

I fatti si riferiscono a una gara da 18 milioni di euro all’ospedale di Legnano

Il direttore amministrativo dell’Asl di Como, Giancarlo Bortolotti, è stato condannato dal Tribunale di Milano a nove mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena) per turbativa d’asta. Il pubblico ministero Grazia Colacicco, nella sua requisitoria, aveva chiesto una pena ben più severa, a un anno e 10 mesi, ma i giudici hanno assolto il numero due dell’Azienda sanitaria locale dall’accusa di falso.

La vicenda giudiziaria affonda le sue radici alla fine del 2011, quando il dirigente dell’Asl lariana era responsabile degli acquisti e degli appalti all’ospedale Civile di Legnano. Quell’anno venne bandita una gara da 18 milioni di euro per il servizio quadriennale di pulizia e sanificazione dei reparti.

L’inchiesta dei Nas dei carabinieri era nata dopo una segnalazione da parte della Uil regionale. Uno dei dirigenti dell’ufficio appalti dell’ospedale aveva infatti raccontato che, nel bel mezzo della gara, Bortolotti gli aveva inviato una busta aperta con all’interno la graduatoria con i punteggi tecnici già assegnati alle aziende partecipanti alla gara, e questo nonostante il comitato tecnico - di cui Bortolotti non faceva parte - non si fosse ancora pronunciato.

Bortolotti ha sempre professato la sua innocenza. Nelle sue conclusioni il difensore, l’avvocato Claudio Schiaffino, aveva sollecitato l’assoluzione con formula piena da tutte le accuse. Richiesta accolta solo per la parte sul reato di falso (relativa alla falsificazione del registro di gara) ma non sulla turbativa d’asta.

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