Bassorilievo romano rubato
È tornato finalmente in Italia

Era nella collezione di uno svizzero, ma era stato rubato del 1986 dal palazzo Canova. E’ stato restituito alle autorità italiane

Torna a casa un frammento di sarcofago romano rubato nel 1986 a Roma su Palazzo Canova, atelier dello scultore neoclassico che aveva incastonato reperti millenari sulla facciata. Il frammento è stato ritrovato in Svizzera e ieri è stato consegnato alla dogana italiana che lo restituirà alla famiglia Giuliani Vitale, proprietaria dello studio Canova e sarà assicurato con 40mila euro.

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In marmo bianco, valore inestimabile, datato tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo, il pezzo raffigura una musa ed è un concentrato di bellezza e di eternità, ben conservato, come se il tempo l’avesse solo sfiorato. Dato per perduto, è stato ritrovato, in una catena di dubbi rischiarati in parte dall’onestà e in parte dai timori della legge, benché siano ormai caduti in prescrizione i reati di furto, ricettazione ed espatrio di opere d’arte. Sarebbe anche difficile, mezzo secolo dopo, individuare responsabili, mandanti e complici. A 27 anni fa, risale la denuncia del furto e, secondo quanto è stato ricostruito, il frammento era stato acquistato da un gallerista di Ascona, sul lago Maggiore e rivenduto a una collezionista della Svizzera Romanda durante la fiera delle antichità a Basilea.

Alla sua morte, la collezionista ha lasciato in eredità opere d’arte alla Fondazione di Ginevra “Ellas e Roma”, ma prima di accettare il lascito, l’associazione ha fatto controllare tutti i pezzi. Un esperto è riuscito ad identificare la musa, grazie ad una pubblicazione tedesca del 1966 e ad un catalogo del 2010 nel quale si accenna a 13 opere trafugate a Palazzo Canova e da recuperare.

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