«Berlusconi assolto,
ma non festeggiamo»

Amarezza tra i forzisti comaschi. Alessandro Fermi: «Quanti soldi sprecati per un processo inutile»

Gaffuri (Pd): «Non cambia la sua parabola politica». Ceruti (5 stelle): «Aspetterei la Cassazione»

L’assoluzione di Berlusconi riunisce forzisti e democratici nel segno della tristezza per l’accaduto, mentre ironizzano i grillini comaschi: «Berlusconi resta un condannato ai servizi sociali, non sperino a Cesano Boscone di liberarsene presto e su Ruby c’è ancora il terzo grado».

Nei “Club Forza Silvio” comaschi intanto non sono previste bollicine a fiumi per la sentenza, attesa con ansia dagli iscritti con la quale la Corte d’Appello ha assolto il loro presidente ribaltando la condanna a sette anni in primo grado. Il segretario provinciale di Forza Italia e consigliere regionale Alessandro Fermi infatti preferisce evitare altro clamore per «un processo che non doveva nemmeno iniziare». L’assoluzione piena per insussistenza del reato non è che «la certificazione dell’accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi - continua Fermi - con un cartello accusatorio che si è sciolto come neve al sole».

Le sentenze? Non si commentano

«Vorrei sentire oggi quelli che lo condannavano prima della magistratura - continua Fermi -. Nel frattempo le indagini sono costate milioni di euro in intercettazioni pagate dai cittadini che nessuno rimborserà. C’è poco da festeggiare, è una vicenda brutta che rattrista».

Anche la segretaria cittadina di Forza Italia Anna Veronelli trova poco che valga un brindisi in questa vicenda. «Non è stata fatta e nemmeno può essere fatta giustizia - commenta - Aspettavamo il 18 luglio per avere questa sentenza e alla fine ci ha dato ragione, ma è stata scritta una pagina davvero brutta. Non c’è bisogno di commentare nulla, quello che è successo si commenta da solo per qualunque cittadino che abbia voglia di valutare da solo libero da pregiudizi».

L’insussistenza di un reato era palese anche secondo Mario Alberto Taborelli, sostenitore di Berlusconi e della Forza Italia della prima ora: «Tutto quello che è successo può solo farmi pensare ad una strategia ben precisa finalizzata a eliminare Berlusconi a favore di una politica supina ad alcuni poteri forti europei. Adesso si dovrebbe tornare al voto democratico per il capo del governo per dare la parola al popolo italiano». Si limita a prendere atto Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd, riconoscendo l’innocenza se così ha detto il giudicante. «Le sentenze della magistratura non si commentano - chiarisce - Ritengo che la giustizia italiana sia efficiente pertanto Berlusconi evidentemente era innocente». Ma non ci sarebbe stato alcun accanimento, per il democratico, come non ci saranno ricadute politiche di questa sentenza. «Berlusconi ha già dato quello che poteva dare e oggi è una parabola discendente. Non ci sarà una ripresa sul piano politico per lui e questa sentenza non sconvolgerà lo scenario».

«I nodi vengono al pettine»

Nemmeno i grillini sono preoccupati di una improvvisa resurrezione del “Silvio nazionale”, anche se temono delle ricadute per loro non positive.

Luca Ceruti, esponente del Movimento 5 stelle in consiglio comunale, ritiene che i processi aperti negli anni a carico del leader di Forza Italia siano stati così tanti da renderlo poco credibile all’elettorato indipendentemente dall’esito dell’ultimo, peraltro ancora non definitivo.

«Ricordo che siamo solo al secondo grado, confidiamo tutti nel terzo - commenta - Comunque è un procedimento diverso da quello che lo obbliga ai servizi sociali e dai tantissimi aperti negli anni mai arrivati a una condanna a causa di prescrizioni, impedimenti a procedere, ostacoli burocratici vari».

Sul piano politico con questa sentenza porterà i grillini a perdere potere di dialogo con il Pd, eppure rimangono ottimisti nel complesso: «Per la prima volta qualche nodo sta venendo al pettine».

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