Berlusconi fa dietrofront
«Sì alla fiducia». Pdl spaccato

Il Cavaliere prende la parola al Senato nel dibattito sulla fiducia e annuncia a sorpresa che continuerà il sostegno al governo. Ma il Pdl si spacca comunque

Alla fine Berlusconi si è fermato, e contraddicendo il fido Bondi, che venti minuti prima aveva animosamente sostenuto la sfiducia, ha annunciato che il suo partito voterà la fiducia al governo Letta. Una mossa che è un clamoroso dietro front dopo la richiesta di dimissioni dei ministri Pdl e che non è giunta del tutto inattesa, dopo che in mattinata era diventata inevitabile una rottura all’interno del partito.

Berlusconi lo ha fatto intervenendo personalmente nel dibattito a Palazzo Madama, al posto del capogruppo Schifani. Il Cavaliere ha smentito in sostanza le conclusioni del gruppo Pdl, che si era riunito appositamente, confermando il no alla prosecuzione del governo Letta. «Abbiamo dato vita a questo governo anche nella “speranza che potesse cambiare il clima di questo Paese” per andare “verso la pacificazione” e questa “speranza la conserviamo ancora”», ha detto Berlusconi.

«C’e’ bisogno di un governo che possa produrre riforme strutturali e abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere la fiducia a questo governo», ha concluso..

La mossa non risolve però i problemi all’interno del partito: Formigoni, che aveva annunciato la creazione di un gruppo autonomo (I Popolari), aveva detto che il gruppo sarebbe nato anche in caso di una prolungata fiducia di Berlusconi al governo Letta.

Non tutti i senatori Pdl hanno però deciso di seguire la linea di Berlusconi: l’ex Guardasigilli Nitto Palma, che si conferma per la sfiducia, ha deciso di abbandonare l’aula (mossa che al Senato equivale a voto contrario) e probabilmente altri parlamentari lo seguiranno.

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