Bilancio dei saldi
Vendite in perdita del 9%

Primavesi: «Strozzati dalle tasse, i comaschi hanno paura e non hanno fatto neanche ferie»

Comprano gli stranieri, ma meno di un tempo. I ribassi al 70 hanno successo ma sono «un suicidio»

Como

I saldi estivi regalano un altro segno meno al commercio comasco.

Nessun tonfo pauroso ma, a una settimana dalla fine dei ribassi di t-shirt e vestitini, non è con euforia che gli addetti ai lavori stilano il bilancio.

«Rispetto all’anno scorso, i saldi si chiuderanno con un calo delle vendite tra il 7 e il 9% - spiega il presidente di Confcommercio, Giansilvio Primavesi - i negozi hanno cercato, insomma, di difendersi ma, in molti, sono dovuti ricorrere a percentuali di sconto molto elevate per svuotare i magazzini. E mettere in vetrina capi ribassati del 70% - puntualizza - significa porre in atto un “suicidio commerciale”».

Inoltre, «vendere bene nei saldi senza aver, però, venduto nei periodi ordinari implica, comunque, una perdita per il negoziante - continua Primavesi - del resto, molti clienti mi hanno confessato di non essere andati nemmeno in vacanza. Troppe sono le preoccupazioni e le tasse con cui oggi una famiglia deve fare i conti. Così, anche in quest’ultima settimana di saldi - scandisce Primavesi - saremo costretti a sperare nel portafoglio degli stranieri».

La stessa Federconsumatori ha calcolato che quest’anno gli aumenti arriveranno a toccare i 1.492 euro a famiglia. Imu e incremento dell’Iva esclusi. «Considerato il generale calo dei consumi, devo ringraziare russi, arabi e svizzeri per aver salvato i miei ribassi - spiega Anna Croci, dal suo negozio in piazza Duomo - ormai, si va avanti a fatica, ma non è nemmeno corretto perdere l’ottimismo. Voglio ora vedere a settembre, quando mi arriverà al completo il nuovo assortimento».

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