Bimbo disabile in gita sul bus
Ma l’autista lo fa scendere

Como, bambino In carrozzina, sale coi compagni . Ma è respinto: «Qui non può stare». Asf: per avere la garanzia di un bus attrezzato occorre avvisare prima.

Como

La gita scolastica sta per concludersi, gli alunni di quinta elementare tornano da Milano in treno. Scendono alla stazione di Como Lago e si avviano, accompagnati da genitori e maestre, alla vicina fermata del bus per rientrare a Sagnino. Felici per la mattinata allegra che hanno trascorso, salgono sull’autobus della linea 11 quando mancano venti minuti alle 16. Tra loro c’è un bambino disabile, in carrozzina, che sale a bordo grazie all’aiuto degli adulti e aspetta con i compagni la partenza del mezzo. A questo punto la storia prende una piega completamente diversa, tutt’altro che divertente. La racconta direttamente la mamma del ragazzino, divenuto protagonista - suo malgrado - di questa vicenda.

«I presenti mi hanno riferito che l’autista del bus si è messo a gridare, dicendo in modo brusco che mio figlio doveva assolutamente scendere, non poteva stare su quel bus. Vero che il mezzo non era dotato di pedana, ma ormai si trovava già a bordo. Assurdo quello che è successo, con mio figlio uso i mezzi pubblici da anni e non abbiamo mai avuto problemi».

La scena, in effetti, è stata davvero spiacevole: i compagni di classe sono rimasti sul bus e hanno visto scendere il loro amico, con alcuni insegnanti.

L’azienda di trasporto Asf, contattata per un commento sulla vicenda, ha risposto così: «Attualmente l’83% dei bus urbani di Asf Autolinee è adibito al trasporto di viaggiatori disabili». «Di conseguenza, per avere la garanzia di un autobus munito di pedana (elettrica o manuale) e di tutti i supporti per la sicurezza del viaggiatore (appositi sostegni, ganci e pulsantiera) a un determinato orario è necessario avvisare preventivamente i nostri uffici, come peraltro era stato fatto per il viaggio di andata (linea 7, corsa delle 7.13 da Sagnino a Como Centro)». «Porgiamo le nostre scuse alla madre del bambino - concludono dal quartier generale di Asf - e al bambino stesso nel caso l’autista abbia usato toni scortesi»

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