Bomba esplosa a Cerano
Il ragazzo rischia l’occhio

Peggiorano le condizioni del giovane ferito dall’esplosione di una bomba trovata in un cascinale. Resta in prognosi riservata, con lesioni anche all’addome e al torace. Ieri artificieri in paese

Non arrivano buone notizie dall’ospedale di Circolo di Varese, dove dall’altra sera è ricoverato il ragazzo di 15 anni di Cerano vittima dell’esplosione di una bomba a mano all’interno di un cascinale di Veglio, in località Ronco.

Sembra che sussistano rischi di danni permanenti all’occhio destro, colpito da una scheggia, e che il quadro clinico in generale sia sempre molto grave, nonostante l’intervento chirurgico eseguito subito dopo il ricovero e nonostante il cauto ottimismo della prima ora.

Il giovane, che risiede a Cerano con la famiglia, avrebbe riportato traumi molto gravi anche all’addome, oltre che al torace e agli arti inferiori. E benché i medici escludano, per fortuna, che sia in pericolo di vita, la prognosi resta riservata.

Ieri mattina, intanto, gli artificeri dell’Arma hanno fatto brillare il secondo ordigno, ritrovato sotto un noce all’esterno del cascinale. Hanno anche confermato che si tratta di un ordigno risalente agli anni della guerra, anche se uguale a un tipo di bomba a mano - la cosiddetta “Srcm” - ancora in uso, fino a pochi anni fa, all’Esercito italiano. L’unica differenza starebbe nella spoletta, che nelle versioni più recenti era di metallo, mentre nel caso di Cerano era ancora di cuoi, «la prova - spiegano gli artificieri - del fatto che risale a quegli anni». Dopo averla fatta brillare, i carabinieri hanno anche - sempre ieri - completato la bonifica del cascinale, due piani e il sottotetto, occupati in parte dagli animali dell’azienda agricola di famiglia, in parte in disuso. Le due bombe erano contenute in un involucro di carta molto vecchio, assieme a della polvere da sparo, finita sotto sequestro. Si trovava su un tavolo nel sottotetto, esattamente dove si è verificata l’esplosione. Con il quindicenne ferito, lo ricordiamo, c’era anche suo fratello maggiore, 17 anni, che dall’incidente è uscito illeso miracolosamente.

Ai carabinieri ha spiegato che il ritrovamento di quello strano involucro di carta risale in realtà al pomeriggio di giovedì; i due, però, avevano deciso di lasciarlo dov’era, salvo poi fare ritorno al cascinale a 24 ore di distanza. La sostanza cambia poco, ma i militari della compagnia di Menaggio hanno anche cercato di ricostruire un po’ meglio la dinamica dell’accaduto. Le due bombe erano sul tavolo, il ragazzo si è avvicinato, probabilmente le ha toccate. «Erano sotto il tetto», ha spiegato il fratello maggiore, confermando un ritrovamento assolutamente casuale.

Qualcuno, tra i primi soccorritori, ha fatto a tempo a raccogliere qualche parola in più dai due sfortunatissimi protagonisti. Così si scopre che l’involucro doveva originariamente trovarsi addirittura tra le assi del tetto e che mentre i due fratelli lavoravano alla risistemazione della stanza, è caduto a terra.

Se fosse esploso in quel momento, il bilancio sarebbe stato molto più grave.

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