Boschi e sentieri abbandonati
«Se curati diventano una risorsa»

Corrado Ratti e Matteo Daverio raccolgono l’allarme lanciato da Angelo Vavassori. «Molti percorsi sono bloccati dalle piante, fa eccezione la Spina Verde: curatissima»

L’agronomo Angelo Vavassori su L’Ordine ha sottolineato come i boschi comaschi debbano essere tenuti meglio, la legna tagliata e i percorsi valorizzati a fini turistici e di tutela ambientale.

L’esperto ha inoltre spiegato come i lariani possano prendere esempio dalla Svizzera, più organizzata e ordinata anche per quanto riguarda la tenuta del patrimonio boschivo. A confermarlo Corrado Ratti, del gruppo “I muscoli del Lario”, da tempo attento conoscitore con gli altri componenti della squadra sportiva dilettantistica del territorio che percorrono in allenamento.

«Vavassori ha perfettamente ragione, c’è un disastro in giro - dice Ratti -, molti sentieri non sono tenuti bene, al punto da non essere più percorribili. È giusto anche quello che l’esperto dice sul carico delle piante (che supera le 10 tonnellate a metro quadro rischiando di causare frane, ndr). Camminando nel nostro territorio incontriamo spesso tante piante che, a causa del maltempo, sono state strappate dal suolo perché il terreno non le tiene più». Ratti sposta poi la sua attenzione sullo stato dei sentieri comaschi.

«Molti sentieri sono conciati anche nella zona di Brunate, la situazione è migliore invece nel parco della Spina Verde, ma - aggiunge - se solo si tenessero meglio i sentieri liberandoli dalla legna in eccesso si potrebbero riaprire molte vie chiuse per incuria.

«Abbiamo un patrimonio enorme da sfruttare anche turisticamente. L’estate scorsa siamo andati noi a e ad aprire un sentiero interrotto perché non pulito e il sindaco di Plesio ci ha chiesto di organizzare a Menaggio una gara perché vuole riattivare i sentieri che si sono chiusi. Se c’è la gara saranno costretti a pulirli e tutti, turisti compresi, ne trarranno beneficio. Ci sono poi fondi regionali, pochi, per i nostri boschi, l’assessore Antonio Rossi se ne interessa perché abbiamo una ricchezza naturale che va difesa e sfruttata».

E sulla Svizzera, Ratti non può che sottoscrivere il parere di Vavassori. «È vero - conclude Ratti - la Svizzera dà l’esempio. Anche se oggi (ieri, ndr) ho trovato boschi molto puliti, soprattutto nella Spina Verde, e nessuna difficoltà a camminare, quando percorro sentieri svizzeri li trovo più in ordine e meglio segnalati dei nostri».

Il collega di camminate Matteo Daverio conferma l’impegno volontario a tenere puliti i boschi, ma anche la necessità di manutenerli di più. «La nostra grande passione per il territorio ci spinge a difenderlo e tenerlo in ordine, lasciando nel bosco la legna che spetta al proprietario del terreno - dice -Noi puliamo e tagliamo i rami così che i sentieri tornano percorribili. Ci siamo ripromessi di andare a pulire tutte le volte che troviamo un percorso non in ordine».

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