Buio e sbandati a San Giovanni
Paura in stazione a Como

Scenario da Bronx per chi arriva la sera in treno

Le ragazze attraversano i giardini terrorizzate

Una vergogna, eppure basterebbe un cartello

COmo

Una sera a Milano, per un aperitivo. O magari un impegno di lavoro. Oppure di rientro da un viaggio. Cerchi un treno per tornare a Como, lo trovi (faticosamente) e raggiungi la stazione Porta Garibaldi. Non che sia facile - per un turista o una persona che non viaggia abitualmente - capire l’ora e il binario di partenza del convoglio giusto, ma è della stazione di arrivo che vogliamo parlare. Approdare a San Giovanni poco dopo le dieci di sera (è il caso di chi parte alle 21,09 da Milano) significa ritrovarsi in uno scenario da brividi.

Una vergogna per qualsiasi località, a maggior ragione per un capoluogo della ricca Lombardia e per una città turistica quale Como aspira a diventare. Qui non stiamo parlando di generico degrado, di sporcizia, della solita polemica - giustificata, sia chiaro - sui viaggiatori costretti a trascinare per le scale le valigie per raggiungere l’uscita. Il nodo centrale è un altro, è la situazione di reale pericolo che si è creata in stazione e all’esterno, soprattutto ai giardini.

Niente luce nella città di Volta

Lasci il treno e, in uno scenario spettrale, ti dirigi verso il sottopassaggio di quella che somiglia alla stazione di un paesino sperduto, altro che la “capitale” del lago di Como famoso in tutto il mondo. Poca luce, un tunnel che fa paura, poi l’atrio con i senzatetto accampati per terra. Fuori dall’edificio, attraversi la strada e istintivamente ti dirigi verso la scalinata dei giardini per raggiungere il centro città.

In lontananza si intravvedono le luci di qualche auto in transito, sulla tangenziale. Sono le uniche luci che incontreremo, perché la scala è completamente al buio. Buio pesto anche nel parco. Nero. Non vedi - letteralmente - dove metti i piedi. Sulle panchine e nelle aiuole laterali, ombre di sbandati e zingari che bivaccano e tirano tardi (chi vive nella zona racconta di liti continue, viavai di ambulanze, urla e schiamazzi, ipotizza anche un piccolo giro di spaccio).

Non capita di rado di arrivare a Como la sera, in treno. E non dovrebbe essere una stranezza o un rischio. Eppure, appena fuori da San Giovanni trovi ragazze impaurite, turisti spaesati. Chiedono informazioni ai tassisti (per fortuna ci sono sempre) o ai compagni di viaggio, cercano di individuare qualcuno che conosca la zona. A ragazze e signore non resta che percorrere il tratto di strada fino al semaforo vicino a qualche altro viaggiatore. Fanno gruppo, passo svelto, nella speranza che non succeda nulla. Nel parco, in realtà, qualche lampione ci sarebbe, ma è inutile: posizione sbagliata e luce talmente fioca da risultare invisibile.

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