Cattedre vuote nelle scuole
Mancano già 300 docenti

Il governo ha di recente promesso di voler abolire il precariato nel mondo della scuola, eppure ieri, alla partenza delle lezioni, tutti gli istituti stavano ancora lottando per tentare di completare il proprio organico con dei supplenti

Almeno 300 cattedre vuote nel comasco il primo giorno di scuola.

Il governo ha di recente promesso di voler abolire il precariato nel mondo della scuola, eppure ieri, alla partenza delle lezioni, tutti gli istituti stavano ancora lottando per tentare di completare il proprio organico con dei supplenti.

Ma trovare docenti tappa buchi, disposti a lavorare due settimane per poi essere rimpiazzati, è un’impresa impossibile. In media due o tre cattedre per scuola sono ancora vuote, sono in minoranza gli istituti che possono contare su un organico solido a contratto indeterminato. Il problema peggiore riguarda soprattutto il sostegno, sono circa 150 i posti non assegnati nella nostra provincia. Ciò significa che ieri tanti bambini e ragazzi disabili non hanno trovato nessuno che li aiutasse in classe.

C’è carenza anche di supplenti brevi anche per insegnamenti come la matematica. Tante caselle da riempire anche nella scuola primaria, qui per gli insegnanti non ci sono a disposizione solo supplenze lampo, ma anche contratti annuali liberi, circa 30. Questo perché le graduatorie provinciali sono esaurite, adesso ogni istituto deve pescare dai propri elenchi, chiamando uno a uno gli insegnanti. Peccato che queste graduatorie siano state pubblicate dall’ufficio scolastico solo l’11 settembre, alla vigilia della partenza e siano solo provvisorie.

Quelle definitive potrebbero arrivare solo a fine mese. Significa che un docente, contattato al telefono o via mail oggi, dovrebbe accettare una cattedra, magari lontana, non del proprio insegnamento e che con buona probabilità terminerà entro ottobre all’arrivo del docente “avente diritto” nelle graduatorie definitive. Insegnanti usa e getta insomma, senza i quali però il sistema scuola non si regge in piedi.

«Le pubblicazioni delle graduatorie sono in ritardo – dice Valentina Grohovaz, dirigente dell’istituto comprensivo Como centro città – siamo abituati, ma quest’anno è molto peggio del solito. Anche noi abbiamo almeno quattro o cinque posti vacanti. Per di più per nomine solo provvisorie, lampo.

«Temo che le graduatorie definitive non arrivino in una manciata di giorni. È una corsa contro il tempo».

La riforma annunciata, quella della “buona scuola”, ha parecchio lavoro da sbrigare. Infatti l’intenzione del ministro dell’istruzione Stefania Giannini e del premier Matteo Renzi è quella di assumere un numero corposo di supplenti annuali, 100mila, nel tentativo di abolire il precariato delle supplenze brevi, i docenti tappa buchi.

La meta ultima è l’organico funzionale e non più quello di diritto: significherebbe avere a disposizione un certo numero di docenti in più per coprire ogni esigenza, supplenze comprese. Un obiettivo difficile perché, come dimostrano queste convulse giornate, gli istituti anche dopo l’avvio delle lezioni hanno sempre delle cattedre da riempire con questo personale temporaneo.

«Quel che più ci preoccupa sono i posti vacanti sul sostegno, circa 150 – denuncia Giacomo Licata, segretario di Flc Cgil – bambini e ragazzi con disabilità non hanno al momento trovato qualcuno che li aiuti.

«E se dovessero per caso trovare un docente a giorni è possibile che lo perdano di nuovo entro un paio di settimane per l’arrivo di un nuovo docente avente diritto».

Mentre le scuole sfogliano le graduatorie “fino ad avente diritto”, non sempre i diritti degli alunni vengono rispettati. n 

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