Comaschi risparmiosi
E così rinviano le spese

Per il Sole24Ore Como è al 37° posto in Italia tra le città in difficoltà dal 2007 al 2013

Sette anni passati a tirare la cinghia livellando tutti i propri standard di consumo e di vita verso il basso hanno messo a dura prova anche Como.

Depositi bancari, prestiti personali, tasso di disoccupazione, Pil, laureati, prezzi delle case, acquisti di auto nuove, di beni durevoli e di farmaci, produzione di rifiuti sono i dieci indicatori di chiaro impatto sulla vita quotidiana che il Sole 24 Ore ha messo in fila per misurare quanto dal 2007 ad oggi la crisi abbia cambiato la vita delle famiglie sulle diverse provincie italiane.

Il primo indicatore è quello dei depositi bancari, che crescono (del 68,6% in 7 anni) a causa della prudenza che frena acquisti e investimenti. Così a Como la media per abitante dei depositi bancari è passata dai 12.115 euro del 2007 ai 20.426 del 2013 collocando Como a metà strada (52mo posto su 103 province) della classifica del risparmio. La prudenza, ma anche il credit crunch, fa calare anche i prestiti personali, che dal 2008 al 2013 perdono il 14,8% passando da 13.140 euro a 11.189.

E di certo a condizionare ogni scelta di risparmio e di consumi c’è l’incremento della disoccupazione, lontana dal 12,2% nazionale ma che pure, col passaggio dal 3,92% di 7 anni fa all’attuale 8,62% a Como ha creato nuove povertà e collocato la provincia al 47mo posto nazionale, di nuovo più o meno a metà strada, per intensità di variazione.

A calare sensibilmente a Como è stato anche il Pil, che segna un -9,8% dopo il passaggio dai 25.146 euro del 2017 ai 22.690 del 2013.

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