Como apre il centro
ai grandi marchi

Modifiche al piano regolatore per favorire i gruppi pronti a sbarcare in città: «Via tutti gli ostacoli». Consentite edificazioni limitate e si punta sui privati per realizzare opere pubbliche in convenzione

Como

Norme per favorire l’arrivo dei grandi marchi in centro città, via libera a interventi edilizi limitati, spazio ai privati disposti a realizzare servizi pubblici in convenzione con il Comune. Gli uffici del settore Urbanistica, sotto la guida dell’assessore Lorenzo Spallino e del dirigente Giuseppe Cosenza, stanno lavorando su queste tre importanti novità.

Modifiche da apportare al nuovo piano regolatore (Pgt), efficace proprio da ieri mattina, quando è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione. Come avevano promesso in consiglio il sindaco Mario Lucini e lo stesso Spallino, si inizia subito l’annunciata revisione. Non hanno atteso un solo giorno: pubblicato il Pgt, poche ore dopo è andato in giunta il provvedimento che fa partire l’iter di modifica (dal 9 gennaio cittadini e associazioni potranno inviare contributi). Si mette mano al piano dei servizi, al piano delle regole e a quello geologico, in seguito si interverrà sulla parte più strategica, con una variante generale.

Ma già i cambiamenti allo studio in queste settimane avrebbero - se approvati - un impatto significativo per i cittadini e le imprese.

Primo punto. Si è detto e scritto delle difficoltà dei grandi marchi della moda per insediarsi nel centro storico cittadino.

Alcuni ostacoli sono stati rimossi (prima determinate tipologie di negozi non potevano insediarsi) e qualcuno ora è pronto allo sbarco a Como. Ha individuato l’immobile, ma è bloccato da una norma.

In sintesi, per il privato è previsto l’obbligo di ricavare una quota di parcheggi pubblici «nella struttura o nelle immediate vicinanze».

Cosa che, proprio per le caratteristiche del centro cittadino, è in sostanza impossibile. L’obiettivo del Comune ora è rivedere questo punto.

La seconda modifica allo studio è il via libera a piccoli interventi per nuove costruzioni (cubature limitate) o ampliamenti, a patto che si trovino all’interno di una zona già urbanizzata e siano solo un completamento. Mossa legata a un ordine del giorno votato in consiglio, testo che chiedeva un monitoraggio finalizzato proprio a valutare eventuali esigenze nei quartieri.

Resta, ovviamente, il no a nuovi insediamenti su aree libere, per limitare il consumo di suolo.

Terzo aspetto, molto importante. Il Comune sta effettuando una ricognizione per capire quali sono le esigenze della città in termini di servizi. E punta ad agevolare i privati disposti a investire capitali per realizzare su aree di loro proprietà opere di interesse pubblico, in convenzione con Palazzo Cernezzi. Esempio (non casuale): un palazzetto dello sport. Ma vale anche per un nuovo parcheggio o per un’area verde

La collaborazione tra pubblico e privato, d’altra parte, è ormai una strada obbligata, vista la carenza di risorse nelle casse delle amministrazioni locali.

Il Comune ha imboccato con decisione questa strada e si sta muovendo di conseguenza.

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